Naufragio, il Papa: “Prego per le vittime. Grazie a chi soccorre e accoglie”

Papa Francesco Angelus

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Sulla terra e nel mare. Violenze e tragedie. Il Papa, nell’Angelus domenicale, chiede una preghiera che attraversi i dolori del mondo cercando, per quanto possibile, di lenire le ferite e di smuovere coscienze. “Stamattina – ha detto Papa Francesco – ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati quaranta morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle. E non dimentichiamo la tragedia della guerra in Ucraina, già un anno è stato fatto di guerra. E non dimentichiamo il dolore del popolo siriano e di quello turco per il terremoto”.

Ma il pensiero del Pontefice va anche alla Terra Santa, percorsa da una spirale di violenza, rinnovando il suo appello “a far sì che il dialogo prevalga sull’odio e sulla vendetta”. E non dimentica nemmeno il Burkina Faso, pregando “affinché le violenze subite non facciano perdere la fiducia nel cammino della democrazia”. Contesti di sofferenza rappresentativi di quanto può accadere laddove l’incapacità del dialogo e il lavoro congiunto per la stabilità dei Paesi e dei loro popoli.

L’Angelus

La riflessione dell’Angelus odierno ha attraversato i significati profondi del racconto evangelico che vede Gesù contrastare le tentazioni del diavolo. “Diavolo significa ‘divisore’. Il diavolo vuol sempre creare divisione, ed è ciò che si propone anche tentando Gesù”. Dopo il Battesimo ricevuto da Giovanni, Gesù era stato chiamato dal Padre “il Figlio mio, l’amato» (Mt 3,17) e lo Spirito Santo era sceso su di Lui in forma di colomba”. In tal modo, il Vangelo presenta “le tre Persone divine unite nell’amore. Poi Gesù stesso dirà di essere venuto nel mondo per rendere anche noi partecipi dell’unità che c’è tra Lui e il Padre”. Il diavolo agisce in modo opposto: “Entra in scena per dividere Gesù dal Padre e distoglierlo dalla sua missione di unità per noi. Divide sempre”.

La risposta alle tentazioni

Il demonio “vuole approfittare della condizione umana di Gesù, che è debole perché ha digiunato quaranta giorni e ha fame. Il maligno allora cerca di instillare in lui tre ‘veleni’ potenti, per paralizzare la sua missione di unità. Questi veleni sono l’attaccamento, la sfiducia e il potere“. Tentazioni che viviamo anche noi, nella vita di ogni giorno. Pericolose perché il diavolo le “usa per dividerci dal Padre e non farci più sentire fratelli e sorelle tra noi, per portarci alla solitudine e alla disperazione”. Gesù, però, vince le tentazioni, evita di discutere con il diavolo e risponde con la Parola di Dio. “Questo è importante: con il diavolo non si discute, con il diavolo non si dialoga! Gesù gli fa fronte con la Parola di Dio… Non dialoga mai con il diavolo, non negozia con lui, ma respinge le sue insinuazioni con le Parole benefiche della Scrittura”.

Un interrogativo fondamentale

Quello di Gesù è un invito anche per noi. Non si sconfigge il maligno trattando cn lui ma “lo sconfiggiamo opponendogli con fede la Parola divina. In questo modo Gesù ci insegna a difendere l’unità con Dio e tra di noi dagli attacchi del divisore. La Parola divina che è la risposta di Gesù alla tentazione del diavolo”. Per questo dobbiamo chiederci quale posto ha, nella nostra vita, la Parola di Dio: “Nelle tentazioni ci aiuterà tanto perché, tra le voci che si agitano dentro di noi, risuonerà quella benefica della Parola di Dio”.

Damiano Mattana: