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Il Papa: “L’aria della guerra è inquinata: i giovani respirino la pace”

Papa Francesco incentra il suo Angelus sulla guerra in Ucraina. E nella Giornata delle persone anziane ricorda: "Serve una rivoluzione della tenerezza"

“Noi persone anziane abbiamo spesso una sensibilità speciale per la cura, per la riflessione e per l’affetto. Siamo, o possiamo diventare, maestri della tenerezza. Abbiamo bisogno, in questo mondo abituato alla guerra, di una vera rivoluzione della tenerezza”. La Giornata internazionale delle persone anziane non dev’essere l’unico momento in cui ci si volta a guardare la nostra memoria. Piuttosto, un invito a riconsiderare il valore che gli anziani custodiscono. Specie in un momento in cui il mondo sembra essersi dimenticato i drammi del passato, ritrovandosi nuovamente impantanato nelle sabbie mobili della distruzione reciproca. Lo ha ricordato Papa Francesco, accostando un tweet alla sua riflessione dell’Angelus domenicale. “L’andamento della guerra in Ucraina – ha spiegato il Pontefice – è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione… Questa terribile e inconcepibile ferita dell’umanità, anziché rimarginarsi, continua a sanguinare sempre di più, rischiando di allargarsi”.

Sangue e lacrime

Il Papa parla di “fiumi di sangue e lacrime” versati nei lunghi mesi di guerra. Quasi otto mesi, trascorsi fra esodi forzati, bombardamenti e paura di un possibile disastro nucleare: “Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate”. È angosciante, ha detto ancora il Santo Padre, “che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo”.

“Tacciano le armi”

L’intero Angelus è una riflessione amara sul dramma della guerra. E sulla sua continua escalation: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”. Soluzioni che saranno stabili solo se “fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni”.

L’appello di Papa Francesco

Papa Francesco mette in guardia dalle continue violazioni del diritto internazionale, tramite azioni che aumentano “il rischio di un’escalation nucleare, fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale”. E si rivolge in primis al presidente della Federazione russa, “supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace”.

Infine, un appello a “tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni”. Ai quali il Papa chiede “con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso. Senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo. Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia”.

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