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Papa ai giovani: “Meglio il 'faccia a faccia' della connessione”

Sognare. E farlo insieme, mai da soli e mai contro gli altri. I quali sono dei compagni di viaggio con cui confrontarsi costantemente, di persona, non attraverso il mondo virtuale. Nel suo incontro con i giovani nel Centro pastorale di Skopje, in Macedonia del Nord, Papa Francesco rivolge un invito ai giovani a togliere gli occhi dallo schermo per rivolgerli al prossimo e costruirci insieme il futuro.

“Molto connessi e poco coinvolti”

“Nessuno può affrontare la vita in modo isolato, non si può vivere la fede, i sogni senza comunità, solo nel proprio cuore o a casa, chiusi e isolati tra quattro mura, c’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti”, afferma il Vescovo di Roma, che prosegue il suo appello: “Per favore, sognate insieme, non da soli; con gli altri, mai contro gli altri. Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; insieme si costruiscono i sogni”. Il Pontefice ha spiegato ai ragazzi (provenienti dalla Macedonia del Nord, ma non solo) che la migliore lezione che ha visto e conosciuto in tutta la sua vita è “il faccia a faccia”. Questa la sua riflessione: “Siamo entrati nell’era delle connessioni, ma sappiamo poco di comunicazioni. Troppi contatti, ma poco comunicarsi. Molto connessi e poco coinvolti gli uni con gli altri. Perché coinvolgersi chiede la vita, esige di esserci e condividere momenti belli… e altri meno belli”. Egli ha spiegato che “al Sinodo dedicato ai giovani lo scorso anno, abbiamo potuto vivere l’esperienza di incontrarci faccia a faccia, giovani e meno giovani, e ascoltarci, sognare insieme, guardare avanti con speranza e gratitudine”. Il Santo Padre ritiene che “quello è stato il miglior antidoto contro lo scoraggiamento e la manipolazione, contro la cultura dell’effimero e dei falsi profeti che annunciano solo sventure e distruzione: ascoltare e ascoltarci”. E il “faccia a faccia” che, in particolare, Papa Bergoglio invita a concedersi è quello “con i vostri nonni, con gli anziani della vostra comunità” perché “è un antidoto contro tutti quelli che vogliono rinchiudervi nel presente affogandovi e soffocandovi con pressioni ed esigenze di una presunta felicità, dove sembra che il mondo finisca e bisogna fare e vivere tutto subito”. Questo approccio – ha concluso – “genera con il tempo molta ansia, insoddisfazione e rassegnazione”.

L'incontro con i sacerdoti

Ultimo appuntamento del suo viaggio in Macedonia del Nord è stato l'incontro con i sacerdoti e le loro famiglie nella Cattedrale del Sacro Cuore di Gesù, a Skopje. Nel corso dell'incontro il Papa ha ascoltato le testimonianze di tre religiosi: uno di rito bizantino, uno di rito latino e una suora. “Vivo con speciale gratitudine questo momento – ha esordito il Papa nel discorso – nel quale posso vedere la Chiesa respirare appieno con i suoi due polmoni, rito latino e rito bizantino, per colmarsi dell’aria sempre nuova e rinnovatrice dello Spirito Santo. Due polmoni necessari, complementari, che ci aiutano a gustare meglio la bellezza del Signore”. Il Pontefice ha quindi rivolto un consiglio ai sacerdoti tratto dal suo incontro avvenuto in mattinata con le Missionarie della Carità: “Oggi ho avuto la grazia di vedere suore con tanta tenerezza. Quando sono andato al Memoriale di Madre Teresa ho visto la tenerezza delle religiose con i poveri. Per favore, tenerezza! Mai sgridare“.

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