Emblematiche, secondo il Sir, le parole che Paolo VI ha rivolto alla Curia all’inizio del suo pontificato. “Non sia la Curia Romana una burocrazia. Come a torto qualcuno la giudica. Pretenziosa. Apatica. Solo canonista. Ritualista. Una palestra di nascoste ambizioni. E di sordi antagonismi. Come altri la accusano. Ma sia una vera comunità. Di fede. Carità. Preghiera. E azione”. La Chiesa è servizio. Non c’è posto per chi mette al primo posto la carriera. Come ha detto anche Papa Francesco il 25 aprile Parlando ai neo-sacerdoti. “Questa non è una carriera. E’ un servizio!”.
Sollecitudine di Paolo VI
“Paolo VI ha amato tanto i vescovi. In modo particolare i vescovi italiani. Che poteva seguire più da vicino”. A rivelarlo è monsignor Leonardo Sapienza. Religioso rogazionista. Reggente della Prefettura della Casa pontificia. Autore di numerosi saggi. Nel suo ultimo libro. “Paolo VI-Povero cuore di vescovo”. Edito da VivereIn. La prima fotografia è scattata dall’autore del volume nell’introduzione. Porta una data precisa. 11 giugno 1973. Giorno in cui Paolo VI inaugura la decima Assemblea generale della Cei. Presiedendo una concelebrazione nella Cappella Sistina.
Ordinazioni episcopali
Numerosi sono gli interventi di Giovanni Battista Montini sul ministero dei vescovi. Durante le ordinazioni episcopali. Da lui presiedute. Sia da arcivescovo di Milano. 8 vescovi ordinati. Sia durante il pontificato. 95 vescovi ordinati a Roma. E durante i viaggi. In Australia. In India. In Uganda. E, ancora, interventi alle varie Conferenze episcopali in visita “ad limina Apostolorum”. Durante i Sinodi dei vescovi. E in discorsi occasionali. Costante, ricorda padre Sapienza, è stata la cura di Paolo VI nella scelta dei nuovi vescovi. Nei 15 anni del suo pontificato sono state erette 496 nuove diocesi. E nominati 4.546 nuovi vescovi.