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Pakistan, a rischio la libertà religiosa

Militanti del "Tehreek-e-Labbaik Pakistan" in azione: analisti e organizzazioni sociali chiedono chiarimenti al governo

Sos Pakistan. Membri di Ong, organizzazioni sociali, comunità religiose di varie fedi, chiedono al governo un chiarimento  di fronte all’azione “extragiudiziale” di gruppi che stanno instillando paura tra la gente, minacciando la sicurezza dei cittadini e il loro diritto a vivere liberamente. Che ruolo hanno o come si giustifica l’operato delle “milizie civili” o ” squadre di vigilantes” dell’organizzazione “Tehreek-e-Labbaik Pakistan” (TLP), che vanno in giro per le strade delle città pakistane a cercare e punire le persone accusate di alcuni crimini di natura religiosa, come la blasfemia o il vilipendio verso l’islam? E’ una domanda che si pongono analisti e rappresentanti politici e della società civile di fronte a un fenomeno che sta inquietando la società pakistana, secondo quanto riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides. Tre casi, tra gli ultimi registrati, hanno sollevato preoccupazione e dibattito sui mass media pakistani.

Pakistan
Foto di Shamsher Ali Niazi su Unsplash

Emergenza Pakistan

Sono casi relativi alle accuse “blasfemia sui social media”, ambito in cui i membri del TLP sembrano prestare massima attenzione. Uno riguarda un medico, Shah Nawaz Kumbhar, originario della provincia di Sindh, accusato di aver condiviso contenuti blasfemi sui social network “Facebook”.  Il secondo di riferisce al 50enne, Abdul Ali, proprietario di un hotel a Quetta, in Belucistan, anch’egli arrestato per aver pubblicato sui social media commenti denigratori verso il Profeta Maometto. E ucciso mentre era sotto custodia della polizia. Il terzo caso è relativo all’infermiera cristiana Shagufta Kiran, 40 anni, madre di quattro figli, punita con la condanna a morte per blasfemia su WhatsApp. In questi e altri casi, si notava l’attivo coinvolgimento dei membri del TLP. Con atti pubblici o intimidatori. Il Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP) è un’organizzazione islamica che nel 2021 era stata dichiarata “fuorilegge” dal governo. Successivamente, nell’autunno dello stesso anno, il TLP ha raggiunto un accordo con il governo federale. In cui si impegnava a rispettare la Costituzione. E a non promuovere proteste violente. A novembre nel 2023 il governo del Pakistan l’ha riconosciuta ufficialmente. Come “partito politico registrato presso la Commissione elettorale del Pakistan”.

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