In Pakistan non c’è ancora un’efficace attuazione della protezione dei cittadini vulnerabili. L’agenzia missionaria vaticana Fides rilancia l’allarme delle comunità cristiane. Sos per la mancata applicazione delle leggi nazionali esistenti e degli articoli del Codice penale del Pakistan. Ciò rappresenta un serio ostacolo nella prevenzione delle persecuzioni contro le minoranze religiose. “Il governo deve introdurre misure legali e amministrative efficaci. Per proteggere le minoranze dai crimini. Incluse conversioni forzate. Matrimoni forzati con bambine e violenze sessuali in Pakistan”, sostiene il Center for Social Justice (CSJ).
Orrore in Pakistan
Orrore in Pakistan per l’uccisione di Pooja Kumari. Una ragazza indù che ha resistito al rapimento. Alla conversione forzata e al matrimonio forzato. Le organizzazioni che tutelano i diritti hanno chiesto alle autorità di garantire un’indagine imparziale su questa tragedia. E un giusto processo legale. A sconcertare le minoranze religiose è l’immobilismo del governo nell’affrontare la violenza di genere. E la violenza legata alla religione nel paese. I movimenti anti-persecuzioni chiedono all’esecutivo di adottare politiche specifiche. E un piano d’azione nazionale per fronteggiare l’estremismo, la violenza e l’intolleranza contro le minoranze.
Pluralismo negato
Il Csj si appella alle autorità civili: “Le conversioni forzate violano la libertà religiosa dei cittadini. E minano il pluralismo religioso del Pakistan; pertanto il governo dovrebbe affrontare e combattere l’impunità associata a questo fenomeno. Le conversioni forzate di ragazze minorenni, in special modo cristiane e indù, è una pratica antica e persistente in Pakistan. Così come lo è la violenza di genere“.