Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie dal 1927, ogni anno in Pakistan, con il colpevole silenzio dei mass-media, centinaia di giovani ragazze cristiane e indù sono forzatamente convertite all’islam.
Nasir Saeed, attivista cristiano pakistano direttore del Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement, Ong impegnata ad assistere i cristiani in Pakistan, denuncia una pratica comune e molto preoccupante: si rapiscono giovani donne cristiane per convertirle forzatamente all’islam e se denunciati ci si “barrica” dietro documenti attestanti la conversione che possono essere facilmente comprati o falsificati.
Proprio come è accaduto nel caso di Asma, ragazza cristiana di Sialkot, rapita dal suo vicino, Ghulam Hussain. Asma, anche se è riuscita a fuggire e a denunciare il suo rapitore, ha visto quest’ultimo produrre certificati della sua conversione all’Islam e del matrimonio con lui per dimostrare la propria innocenza e la legittimità delle nozze.
Peraltro, osserva Nasir Saeed, “dato che la polizia e i tribunali non fanno rispettare la legge in modo appropriato, il problema continuerà a crescere, e si continueranno a commettere tali crimini senza alcun timore. Anche se secondo la Costituzione del Pakistan tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, è chiaro che alcuni sono considerati superiori sulla base della religione”.