In Pakistan Nasir Saeed dirige la Ong Claas. All’agenzia missionaria vaticana “Fides” denuncia le conversioni religiose forzate. Una questione che è oggi “fonte di grande preoccupazione. Per le minoranze religiose in Pakistan”. Soprattutto per cristiani e indù. Ma “sembra mancare la volontà politica di risolverla”. Ciò, secondo Nasir Saeed, è dovuto alla “instabilità politica”. E alla “pressione di gruppi religiosi estremisti“. Tutto ciò “sta creando gravi difficoltà alle minoranze religiose”.
Sos Pakistan
Il governo “non presta loro adeguata attenzione“. Sia che si tratti di discriminazione nelle scuole. E nei programmi universitari. Sia che si parli di lavoro. Matrimonio e divorzio. Abuso della legge sulla blasfemia. O conversioni religiose forzate. E’ una “tendenza pericolosa”. Soprattutto quando i giudici dell’Alta Corte emettono sentenze influenzate dalla Shariah. Invece di sostenere la legge prevalente del paese. Come il Child Marriage Restraint Act (1929) che punisce i matrimoni di ragazze sotto i 16 anni. In tal modo “i tribunali pakistani continuano a ignorare anche gli standard internazionali“.
Obblighi internazionali
Secondo Saeed “la situazione è molto difficile”. Perciò “occorre lottare per la giustizia e il cambiamento“. E bisogna “lavorare sodo in modo indipendente”. Utilizzando tutte le piattaforme e le alleanze. A livello nazionale e internazionale. È fondamentale, infatti, “continuare a ricordare al Pakistan i suoi obblighi internazionali. In materia di diritti umani. Specialmente nei confronti dei bambini. Delle donne. E delle minoranze“.