Le Chiese in Pakistan hanno rafforzato la propria sicurezza. In risposta alla minaccia di attacchi terroristici dopo il ritorno al potere dei talebani nel vicino Afghanistan. In una riunione dei leader cattolici e protestanti, gli esponenti del clero hanno deciso di intensificare la sorveglianza. E di potenziare la protezione armata. Soprattutto durante le funzioni domenicali. La misura, riferisca la fondazione pontificia Acs, arriva in un momento drammatico. In seguito alla paura che la conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani possa scatenare attacchi estremistici. Contro le comunità cristiane. E le altre minoranze religiose.
Sos Pakistan
Secondo Human Friends Organisation, la minaccia è rappresentata dal gruppo Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP). Associato ai talebani. Altre organizzazioni terroristiche, inoltre, possono approfittare degli eventi in Afghanistan. E prendere di mira le minoranze religiose. Compresi i cristiani. Alessandro Monteduro è il direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Afferma: “E’ momento di paura per la sicurezza di ciò che resta della comunità cristiana dell’Afghanistan. Per coloro che non hanno potuto far parte dell’evacuazione di massa della scorsa settimana. Persone più a rischio. Principalmente gruppi non indigeni“.
Di casa in casa
Aggiunge Monteduro: “I combattenti talebani sono presumibilmente andati di casa in casa. Per rintracciare i cristiani. E gli appartenenti alle altre minoranze. E ci sono stati casi di persone a cui è stato ordinato di consegnare i loro telefoni. Con la minaccia di essere uccisi sul posto. Se nei loro dispositivi fossero stati trovati versetti della Bibbia. O materiale devozionale”. L’ex ambasciatore americano per la libertà religiosa Sam Brownback mette in guardia sul rischio di genocidio di cristiani e altre minoranze in Afghanistan. Sostiene: “È una situazione catastrofica che potrebbe facilmente degenerare nel genocidio“.