In preghiera per la pace. I cattolici presenti nella Federazione Russa sono meno dell‘1% sul totale della popolazione. Ma la loro testimonianza supporta il dialogo ecumenico in piena guerra russo-ucraina. Monsignor Paolo Pezzi è l’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca. In comunione con Papa Francesco, il presule guida la preghiera e celebra Messa con l’intenzione del dono della fine del conflitto. “Portare la pace non significa appianare tutte le asperità e livellare le differenze – afferma l’arcivescovo all’agenzia missionaria vaticana Fides-. Portare la pace significa accettare tutti. Anche chi la pensa diversamente da noi. La pace è soprattutto la capacità di perdonare”. L’arcidiocesi della Madre di Dio si estende su un territorio di 2.629.000 chilometri quadrati. E comprende un centinaio di comunità.
In preghiera per la pace
Aggiunge monsignor Pezzi: “Una persona amante della pace spesso sembra debole. Ma in realtà è autenticamente forte. Perché è in grado di conservare la calma e la lucidità di pensiero. E sa assegnare a ogni cosa il proprio posto. Nella gerarchia dei valori, il primo posto spetta alla consapevolezza di essere figli di un unico Dio. Consapevolezza che è garanzia di pace. Maria è la Regina della Pace. Perché tutto ciò che è accaduto nella sua vita aveva il posto che gli era proprio”.
Agli occhi di Dio
L’arcivescovo indica la preghiera come atto priviligiato e realista. Da praticare per stare di fronte alle drammatiche circostanze attuali. Mentre sembra prevalere un senso di impotenza che induce alla sfiducia. “Non immaginiamo neppure quanto grande sia il valore della preghiera agli occhi di Dio – evidenzia l’arcivesciovo. Lo stesso Gesù, in un passaggio del Vangelo di Luca, parla di questa forza. E si stupisce che i Suoi discepoli non credano in essa. Anche per noi esiste questa tentazione. La paceè un dono. E come tale va accolta e riconosciuta“.