“La pace non nasce, si fa”. Marcia Perugia-Assisi contro la guerra

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“La pace, come la libertà, è una conquista”, affermano gli organizzatori della marcia Perugia-Assisi. “Non si riceve come una medaglia, ma si impara come una disciplina- proseguono-. La pace non è un sogno, ma un compito arduo che non si intraprende perché è facile, ma perché è necessario. La cessazione delle ostilità non è il prodotto spontaneo di certe anime illuminate. Ma il lavoro laborioso di esseri imperfetti che lottano ogni giorno per imparare l’arte del dialogo, della persuasione e del rispetto. La pace non si ottiene né con le armi né con la guerra, né con la morte né con l’odio, né con l’oblio né con l’indifferenza. La pace si ottiene mettendo l’essere umano al centro delle nostre preoccupazioni. La pace si ottiene difendendo la vita. La pace si ottiene investendo nei nostri popoli e non nei nostri eserciti. Scambiando idee e non armi. Preservando le foreste e non i pregiudizi. Si ottiene trasformando nelle nostre società la cultura della guerra in una cultura della pace”.

Strategia di pace

In nessun caso si può giustificare le atrocità commesse dall’esercito russo, né sostenere un’illusoria politica di acquiescenza nei confronti del regime dispotico di Vladimir Putin. Ma ci opponiamo all’idea che l’unica strada da percorrere sia quella di continuare a inviare artiglieria e munizioni, fino a quando rimarrà l’ultimo ucraino in grado di spararle. La costruzione della pace è forse il più ostacolato, il più sovvertito, il più minacciato di tutti i compiti che gli esseri umani hanno intrapreso fin dalle loro origini. La strada per la pace può essere lunga, tortuosa, incerta, ma è l’unica strada possibile per allontanarsi dall’orlo del precipizio. Dipende dalla nostra responsabilità, dalla nostra umiltà e dal nostro coraggio. Non perdiamo la nostra occasione sulla Terra- evidenziano gli organizzatori dell’iniziativa solidale-. Non sprechiamo il prodigio di questa vita che ci ha portato angoscia e dolore, ma che ci ha anche permesso di vivere la felicità. La speranza della pace, che ancora esiste, ci dia il coraggio di prendere il testimone dalle generazioni passate e di lanciare l’umanità nelle vaste terre del futuro. Facciamo nostre queste parole del Premio Nobel della pace Oscar Arias e inviamo a tutte e tutti, credenti e non credenti, i nostri migliori auguri. Noi, che non ci siamo mai arresi e che non intendiamo abbandonare la lotta per la pace, chiediamo a Dio la fede, per continuare a credere nell’insondabile pozzo dell’animo umano. La persuasione, per convincere coloro che erroneamente credono che tutti i conflitti debbano essere risolti con le armi. E la forza, per non arrendersi, per non perdersi d’animo, per non ammainare mai le vele nel lungo viaggio che ci permetterà di costruire un mondo all’altezza dei nostri sogni“.

 

 

Giacomo Galeazzi: