I vescovi del Mali si rivolgono alle autorità e al popolo della nazione africana per raccomandare “la difesa della sovranità, dell’unità nazionale e dell’integrità territoriale”. Il messaggio dell’episcopato, pubblicato dall’agenzia missionaria vaticana Fides, invita i fedeli alla preghiera. E a operare per la pace. Perché “la pace è un dono di Dio e frutto del lavoro degli uomini”. La situazione in Mali è in graduale peggioramento. L’assalto jihadista commesso nella capitale maliana, Bamako, ha una doppia valenza simbolica. Una laica e l’altra religiosa. L’attentato è stato rivendicato dal Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (JNIM, nell’acronimo arabo). E ha preso di mira l’aeroporto e la scuola della gendarmeria L’atto terroristico è avvenuto in occasione della ricorrenza della formazione di questo corpo paramilitare. E dell’anniversario dell’indipedenza nazionale. Sul piano religioso si è celebrato il Mouloud ovvero il compleanno del profeta Mohammed, seguito 7 giorni dopo dalla ricorrenza dell’imposizione del nome. Si tratta di un momento celebrativo molto sentito in Mali e in tutta l’area saheliana che attira a Bamako un gran numero di fedeli. Colpendo durante queste ricorrenze, laiche e religiose, i jihadisti hanno voluto lanciare un segnale di sfida al governo maliano.
Emergenza Mali
Gli attentatori hanno cercato di creare una divisione tra le autorità civili e quelle religiose perché la festa di Mouloud attira molti fedeli musulmani a Bamako. E i jihadisti potrebbero avere approfittato del flusso di pellegrini per infiltrarsi a piccoli gruppi per poi compiere il loro attacco. In realtà i militari maliani pensano che i jihadisti si erano già infiltrati da tempo a Bamako, ancora prima della celebrazione di Mouloud. Inoltre il Supremo Consiglio Islamico del Mali ha fermamente condannato il duplice attacco. Affermando che si tratta di un crimine che va contro i principi musulmani. Anche la Conferenza episcopale del Mali ha espresso “grande tristezza per l’attacco terrorista che ha causato delle dolorose perdite tra i gendarmi e i militari”. I jihadisti hanno assalito il centro di formazione della gendarmeria tra le 4 e le 5 del mattino. Prendendo alla sprovvista i giovani allievi che si stavano radunano, disarmati, per la cerimonia dell’alza bandiera.