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Pace in Myanmar, il Cardinale Bo: “Le religioni daranno il loro contributo”

“Siamo venuti non a contare le ferite del passato, ma a contare le benedizioni della pace. Siamo venuti a non ricordare gli incubi delle epoche passate, ma a perseguire la promessa di pace per noi e le generazioni future”. Così il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon in un incontro-pellegrinaggio interreligioso cui hanno partecipato tutti i maggiori leader religiosi del Mynamar, Stato dell’Asia sudorientale conosciuto anche con il nome di Birmania.

In viaggio verso la pace

“Il nostro paese è in viaggio verso la pace piena, la giustizia ai deboli, la prosperità di tutti” ha ricordato il cardinale cattolico. “In questo viaggio sacro, miei cari fratelli e sorelle, siamo venuti a celebrare la nostra unità nella diversità e per smentire quanti vedono le religioni come causa di conflitto”. In un terra che è “molto religiosa e spirituale”, culla del buddhismo Theravada, “la testimonianza dei leader religiosi ha un impatto duraturo nella vita del nostro popolo”, ricorda il cardinale.

Il buddismo

L’Arcivescovo Bo ha voluto evidenziare il grande contributo del buddismo nel diffondere valori come compassione e misericordia. In Myanmar, il buddismo è praticato dall’89% della popolazione, che conta quasi 51 milioni e mezzo di abitanti. “In questo paese ci sono quasi 500.000 monaci che possono diffondere il messaggio di Buddha sulla compassione. Ci sono 70.000 suore buddiste. Altre religioni come la nostra Chiesa Cattolica hanno più di 2.500 suore e 700 sacerdoti. Ogni giorno, quanti di noi scelgono la vita religiosa hanno una grande opportunità di diffondere il messaggio di semplicità, servizio e condivisione”.

I conflitti

Il cardinale non ha omesso di ripercorrere i passaggi dolorosi della storia del Mynamar, segnata da conflitti, rifugiati, schiavitù, oppressione, osservando che il cammino democratico non può prescindere dalla pace e ribadendo che “le religioni in questo paese vogliono la pace e desiderano lavorare con gli attori statali per costruire una pace durevole”: “La pace è la strada, la pace è l’unica via. Aiutiamoci gli uni gli altri a curare e guarire le ferite”, ha concluso.

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