La via verso la pace nella Repubblica Centrafricana secondo il cardinale Dieudonné Nzapalainga. L’arcivescovo di Bangui descrive all’agenzia missionaria vaticana “Fides” “uno spiraglio di serenità“. Nel futuro del tormentato Paese africano. Dopo mesi di recrudescenza del conflitto. E la fuga di decine di migliaia di persone verso le nazioni limitrofe.
Verso la pace
“Nella Repubblica Centrafricana è in atto un cambiamento-spiega il porporato-. I ribelli armati erano penetrati nelle città. Ora ne sono usciti. E sono nelle foreste. Dobbiamo aspettare, però, per capire se si tratta di pace vera. O solo temporanea. Adesso è importante che ci sia un contesto di sensibilizzazione nel popolo. E’ decisivo creare un ambiente di pace nella gente. Per disarmare i cuori. Non solo i ribelli. Tutta la società deve trovare un equilibro. E aprire il cammino della pace”.
Crimini di massa
Prosegue il cardinale: “Molta gente sta tornando a una relativa tranquillità. La maggior parte di loro, però, ha perso la casa. I propri beni. E anche famigliari o amici. Certo, i crimini di massa sono diminuiti. E questo ci fa sperare in un futuro migliore. Ma non v’è certezza. Perché i ribelli restano ai margini della città. E sono armati. Tuttavia bisogna cogliere questa opportunità“.
Tessuto sociale da ricucire
Conclude l’arcivscovo di Bangui: “Per creare le condizioni di una riconciliazione nella società. Dobbiamo provare a immaginare un loro inserimento graduale. Nel tessuto sociale. Perché possano tornare a un lavoro dignitoso. E dimenticare, una volta per tutte, le armi. Senza questo mutamento sarà difficile arrivare alla pace. È importante parlare dal cuore. Con la coscienza del bene del Paese. Affinché tutti mettano da parte l’interesse particolare. Per guardare a quello generale”.