Le origini della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

Una statua della Madonna, immagine di repertorio. Foto di Manfred Antranias Zimmer da Pixabay

La solennità del 15 agosto: l’Assunzione della Beata Vergine Maria, ha origini che ci riportano al IV secolo, a Gerusalemme vicino la basilica della Dormizione, presso l’orto del Getsemani. In una lettera scritta dal vescovo Epifane nel 377, si accenna all’Assunzione di Maria, dopo alcuni giorni dalla sua deposizione nella tomba.

Numerosi sono i riferimenti e i racconti tratti da apocrifi del IV e V secolo, narrazioni per lo più romanzesche in greco, latino, copto-arabo. I più noti sono la “Dormizione della Santa Madre di Dio”, attribuito all’evangelista Giovanni, e il “Transito della Beata Vergine”, attribuito a Giuseppe d’Arimatea, essi non hanno base storica, ma  pure risentono della mentalità e delle tradizioni di quei primi secoli del cristianesimo.

Ma in Oriente nel VI secolo comincia a diffondersi la celebrazione liturgica del Transito o Dormizione di Maria, fissata al 15 agosto dall’imperatore d’Oriente Maurizio (582-602). Così da quel tempo divenne molto popolare, tanto che dopo l’anno Mille fu annoverata tra le ricorrenze più importanti.

A Roma, già nel secolo VII con Papa Sergio (687-701) si celebrava la festa della Dormizioni, unitamente a quelle della Natività, della Purificazione, dell’Annunciazione; lo stesso pontefice decretò che tali festività fossero accompagnate con una processione solenne che percorreva le vie della città per concludersi nella basilica di Santa Maria Maggiore sul colle Esquilino.

Fu soprattutto nel corso del medioevo che si sviluppò un continuo movimento “assunzionalista” di petizioni e sollecitazioni inviate alla Santa Sede affinché questa verità fosse proclamata dogma.

In seguito alle varie petizioni che provenivano da ogni parte del mondo, il 1° maggio del 1946, Papa Pio XII ( 1939-1958) inviò a tutto l’episcopato l’enciclica “Deiparae Virginis”  con la quale si chiedeva ai vescovi e ai fedeli se l’Assunzione di Maria, potesse essere definita.

Così si leggeva nell’enciclica: “… Al fine di impetrarci il dono dei lumi celesti, vogliate, venerabili fratelli, in pia gara, unire le vostre alle Nostre suppliche. Ma mentre a ciò paternamente vi esortiamo, seguendo il metodo dei Nostri predecessori e specialmente di Pio IX, quando era per definire il dogma dell’immacolata concezione di Maria, vi preghiamo caldamente a volerci informare quale sia la devozione del vostro clero e del vostro popolo – in proporzione della loro fede e della loro pietà – verso l’assunzione della beatissima Vergine Maria. In particolare desideriamo ardentemente di sapere se voi, venerabili fratelli, nella vostra dottrina e prudenza, riteniate che si possa proporre e definire come dogma di fede l’assunzione corporea della beatissima Vergine, e se ciò sia desiderato anche dal vostro clero e dal vostro popolo…”.

Il 1° novembre del 1950, quasi a conclusione dell’Anno Santo, lo stesso pontefice Pio XII, con la costituzione dogmatica “Munificentissimus Deus” definì solennemente come dogma rivelato che l’Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta in cielo alla gloria celeste in anima e corpo.

Il Concilio Ecumenico  Vaticano II (1962-1965) il ventunesimo e il più recente concilio della Chiesa Cattolica, ha approfondito il dogma con la costituzione “Lumen gentium”, spiegando che l’Assunzione, non è soltanto un privilegio connesso teologicamente alla divina maternità, ma la conclusione della missione terrena di Maria che fu chiamata per prima a raggiungere l’unione con il Signore risorto e glorificato; ed è infine l’immagine e l’inizio della Chiesa escatologica, segno di speranza per il popolo di Dio che cammina verso il giorno del Signore.