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Oggi come 50 anni fa, il Papa benedice i Bambinelli

Una tradizione lunga cinquant'anni quella della cosidetta “Benedizione dei Bambinelli“, che il Papa impartisce ogni anno nella domenica d'Avvento in attesa del Natale. Oggi, durante la recita dell'Angelus, Papa Francesco dedicherà questo momento speciale a tutte le statuine del Presepe in Piazza San Pietro, perché si ricordi del valore spirituale del Natale, al di là del consumismo e delle distrazioni della cultura di massa.

La storia

La prima benedzione alle statuine di Gesù Bambino risale 1969, quando Papa Paolo VI accolse con gratitudine l'invito del Centro Oratori Romani: era il 21 dicembre e il Pontefice dedicò l'Angelus di quella speciale Domenica di Avvento proprio al Presepe: “Esso ravviva la memoria del grande avvenimento, la nascita di Gesù, il Salvatore, il Figlio di Dio fatto uomo; e diventa una scena evangelica, diventa una lezione di spirito cristiano, un messaggio di costume. Ci si riscalda al presepio, come ad un focolare di amore buono e puro, e ci si sente un po' illuminati su tutti i problemi di questa nostra misteriosa avventura, che è la nostra vita del tempo, sulla terra”. “Gesù torna a nascere per ciascuno di noi. È un grande invito alla gioia, alla pace, ad accogliere Gesù che si fa piccolo per noi e che, in un certo senso, si fa bisognoso del nostro amore e delle nostre cure” ha ricordato a Vatican News don Simone Carosi, assistente ecclesiastico del Centro Oratori Romani. Da diversi decenni l'Associazione s'impegna proprio a faovre dei più piccoli secondo l'intuizione di Arnaldo Canepa, un catechista laico che, all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, ebbe a cuore i bambini delle periferie, i piccoli dimenticati.

L'intervista di Federico Piana a don Simone Carosi (Centro Oratori Romani) – Audio © Vatican Media

“Segno Mirabile”

“Rappresentare l'evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia” sottolinea Papa Francesco nella Lettera Apostolica Admirabile signum, sul significato e il valore del Presepe, firmata il 1 dicembre scorso a Greccio, nel luogo dove San Francesco d'Assisi inscenò il primo Presepe in assoluto: “Mentre contempliamo la scena del Natale – scrive il Papa – siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall'umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. Con questa Lettera vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze… È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza” ricorda il Pontefice, vedendo in questa manifestazione semplice di spiritualità popolare una meditazione sul mistero del Natale. E sul valore dell'infanzia, che il Bambinello inevitabilmente richiama, così scrive il Pontefice: “Si impara da bambini: quando papà e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitudine, che racchiude in sé una ricca spiritualità popolare. Mi auguro che questa pratica non venga mai meno; anzi, spero che, là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata”.

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