“Penso che sia chiaro che il Santo Padre abbia voluto mostrare l’universalità della Chiesa e far sì che il Collegio Cardinalizio fosse rappresentativo proprio di questa universalità e diversità della Chiesa nel mondo, inserendo vescovi e pastori che provengono da queste Chiese”. E’ quanto dichiarato in un’intervista da mons. Dominique Mamberti, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e nuovo cardinale nominato da Papa Francesco. “Il mio cuore – ha spiegato il neo-porporato – si è riempito di gratitudine nei confronti del Santo Padre per la fiducia che mi ha manifestato nel nominarmi tra i cardinali”. Secondo mons. Mamberti la nomina a cardinale significa essere inseriti e incardinati nella Chiesa di Roma. “E’ la continuazione dei 30 anni di servizio che ho compiuto per la Santa Sede – ha proseguito – ma adesso con una responsabilità più grande proprio per il fatto stesso di essere stato annoverato tra i consiglieri del Papa”.
Del tutto inaspettata la designazione di monsignor Francesco Montenegro – arcivescovo di Agrigento – per sua stessa ammissione. “Se il Santo Padre ha pensato ad Agrigento e a Lampedusa anche nella mia persona – ha inoltre affermato – questo mi riempie di gioia perché quello che desidero per Agrigento è veramente che questa terra e questa città possano essere luce per tutti e se questo giova ad attirare un po’ lo sguardo su questa terra, io sono contento”. Per il resto “il mio lavoro e il mio servizio continuerà come prima”: “È un impegno che mia madre mi ha trasmesso quando mi allattava quello di servire i poveri e tenterò di continuare perché non credo che cambi niente nella mia vita”.
Il criterio dell’universalità per la designazione dei nuovi cardinali era stata espressa ieri anche da padre Lombardi: “Tra elettori ed emeriti, infatti, sono 18 i Paesi del mondo rappresentati. Non solo: tra le 14 nazioni di provenienza degli elettori, 6 non avevano un cardinale o non lo avevano mai avuto, come Capo Verde, Tonga o Myanmar”. “Il nuovo cardinale più giovane – ha inoltre osservato il direttore della Sala stampa vaticana – è l’arcivescovo di Tonga, mons. Mafi, 54 anni, che diventa anche il membro più giovane del Collegio cardinalizio; mentre il più anziano è l’emerito di Manizales, mons. Pimiento Rodríguez, 96 anni”.