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“Non sei solo”: esce il nuovo libro di Papa Francesco

La pace (sia interiore, sia mondiale) è l'argomento chiave del nuovo libro-intervista di Papa Francesco, intitolato "Non sei solo. Sfide, risposte, speranze", in libreria da martedì 24 ottobre

“All’inizio del mio pontificato affermavo che stavamo vivendo una Terza guerra mondiale a piccoli pezzi…adesso penso che sia tutto un unico grande pezzo”. E’ uno dei passaggi chiave di “Non sei solo. Sfide, risposte, speranze”, il libro-intervista di papa Francesco a firma dei giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin per Salani, da domani in libreria.

Il Papa: “La guerra è frutto di una serie di pazzie”

“All’inizio del mio pontificato affermavo che stavamo vivendo una Terza guerra mondiale a piccoli pezzi, poi ho sostenuto che questi pezzi si fossero via via ingranditi e adesso penso che sia tutto un unico grande pezzo”. E “continuo a credere che sia una tragedia enorme aver perso la memoria della Seconda guerra mondiale. Una volta, osservando i governanti dei Paesi che parteciparono al conflitto durante una commemorazione dello sbarco in Normandia, pensai che avrebbero dovuto piangere. Solo lì morirono quasi trentamila persone. La guerra è frutto di una serie di pazzie”. Hanno sicuramente delle risonanze profetiche molti passi di “Non sei solo. Sfide, risposte, speranze”, libro-intervista di papa Francesco a firma dei giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, che l’editore Salani manda domani in libreria come edizione italiana di ‘El pastor’ (Il pastore), uscito in Argentina tra febbraio e marzo scorsi, quasi allo scadere dei 10 anni di pontificato. Seguito ideale de “Il gesuita” – scritto nel 2010 quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires e diventato bestseller mondiale nel 2013 con l’elezione a Papa -, nel nuovo volume Francesca Ambrogetti, ex responsabile dell’ANSA in Argentina, e Sergio Rubin, del quotidiano El Clarin, propongono sia un’analisi serrata che un racconto appassionante del papato di Francesco, frutto di periodiche interviste condotte nell’arco di questi 10 anni. Tanti, pressoché esaustivi di tutti i filoni e nodi del pontificato, i temi trattati nelle 286 pagine di ‘Non sei solo’ – visti attraverso lo sguardo personale di Bergoglio, mentre il prologo è firmato dallo stesso Pontefice -, che peraltro esce in un momento ancor più drammatico per il mondo, col riesplodere del conflitto in Medio Oriente, e quello in Ucraina lungi dal trovare una tregua, al pari dei tanti altri della “guerra mondiale a pezzi”. E’ proprio per questo che, tra le domande rimaste in sospeso, Francesca Ambrogetti ne sceglie una: “ci ha ripetuto spesso che da quando è stato eletto Papa la pace non l’ha mai lasciato. In questo momento tanto difficile e con tante sfide per il mondo e per la Chiesa, come fa a trovare in se stesso la forza per non perdere la pace?”.

“Nell’ultima fase della scrittura di questo nuovo libro lo scenario era molto diverso da quello dei primi incontri – dice all’ANSA la co-autrice del volume -. I conflitti erano numerosi ma non potevamo immaginare i cambiamenti vertiginosi della società e in particolare delle tensioni internazionali, oggi al limite. E che gli avvertimenti del Papa sulla guerra mondiale in piccoli pezzi che stavano diventando sempre più grandi, sarebbero stati cosi profetici. E gli appelli alla comprensione tra popoli e religioni così necessari”. “Quanto a come vive oggi ciò che sta accadendo in Medio Oriente – dice la giornalista che da molti anni ha mantenuto con Bergoglio uno stretto rapporto -: con particolare dolore, perché fin da piccolo ha imparato sui banchi di scuola di una società multiculturale e multireligiosa, lezioni di comprensione e accettazione degli altri, dei diversi”. “La guerra d’altra parte è stata molto presente nella famiglia Bergoglio che ha vissuto la prima – ricorda ancora Francesca Ambrogetti -. Il nonno ha scelto di emigrare in Argentina con la moglie e l’unico figlio per raggiungere i fratelli, ma anche per il timore di un nuovo conflitto. Il Papa racconta nel capitolo sulla famiglia di non aver mai dimenticato l’emozione con la quale accolsero la notizia della fine della seconda guerra mondiale”. “Ricordo anche che in più di un’occasione ci ha detto che non solo pativa le ferite altrui nell’anima ma che sentiva nel suo anche quelle del corpo – conclude -. Con profonda sofferenza e preoccupazione ma anche con fede, speranza e tutto il suo impegno per contribuire al raggiungimento della pace”.

Fonte: Ansa

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