Non abbiate paura di fare scompiglio, di porre domande che facciano pensare la gente“. E' l'esortazione che Papa Francesco rivolge ai giovani di tutto il Myanmar. Nella Cattedrale di Yangon, gremita da migliaia di ragazzi provenienti da ogni parte del Paese, il Pontefice celebra la Santa Messa, ultimo appuntamento del Viaggio Apostolico nell'ex Birmania.
“Gridate con la vita”
“Fatevi sentire. Vorrei chiedervi di gridare, ma non con la voce, no, vorrei che gridaste con la vita, con il cuore, così da essere segni di speranza per chi è scoraggiato, una mano tesa per chi è malato, un sorriso accogliente per chi è straniero, un sostegno premuroso per chi è solo”, afferma Bergoglio durante la liturgia dedicata a Sant'Andrea, di cui la Chiesa oggi ricorda il martirio. Non solo: nel corso del rito celebrato in birmano, inglese e con preghiere in tamil, kachin, kayan, karen, cinese e latino, ai giovani ricorda che “i fratelli e le sorelle che soffrono hanno bisogno della vostre preghiere e della vostra solidarietà”. Ancora una volta parla di rispetto e dignità della persona, tematica trasversale a tutti i suoi discorsi pubblici pronunciati in Myanmar. Non parla esplicitamente dei Rohingya, la minoranza islamica perseguitata in questa terra, ma il riferimento alla loro persecuzione è chiara. E ai giovani dice: “Il mondo ha bisogno anche della vostra passione per i diritti umani, per la giustizia e per la crescita di quello che Gesù dona: amore e pace”. Poi, rivolgendosi loro “come padre, o meglio come nonno, che vi vuole bene”, aggiunge: “Davanti ai tanti rumori e alle distrazioni che possono soffocare la voce di Dio, vi esorto a cercarlo in persone che siano autentiche, persone che sanno come ascoltare. Infine, una raccomanazione: “Non abbiate paura di imparare dai vostri errori“.
Il saluto del cardinal Bo
Al termine della celebrazione, l'arcivescovo di Yangon, il cardinal Charles Bo, nel suo saluto ringrazia il Papa di aver “scelto di benedire le più remote comunità cattoliche, Siamo profondamente toccati – afferma – dal vostro paterno amore per questa Chiesa”. Poi il trasferimento del Pontefice all'aeroporto dove lo attende un volo di due ore mezzo che fa rotta verso il Bangladesh, seconda e ultima tappa di questo Viaggio Apostolico in Asia.
La visita in Banglades
Il Papa arriverà a Dacca alle 15:00 locali (le 10:00 in Italia). Ad accoglierlo all'aeroporto con una cerimonia ufficiale, con inni e resa di onori alle bandiere, il Presidente della Repubblica, Abdul Hamid, e alcuni bambini con indosso gli abiti tradizionali che offrranno al Pontefice fiori e un vaso in terracotta. Quindi la visita al National Martyr's Memorial di Savar, che custodisce il mausoleo del padre della patria, Mhjibur Rahman, artefice della guerra d'indipendenza dal Pakistan del 1971 e qui assassinato con 31 familiari nel 1975. Nel mausoleo Bergoglio pregherà in silenzio, deporrà un mazzo di fiori e firmerà il Libro d'onore. Trasferitosi poi in macchina nel Palazzo Presidenziale “Bangabhaban“, svolgerà la visita di cortesia al Presidente del Bangladesh. Seguirà l'incontro con le autorità e il corpo diplomatico, pronunciando il suo primo discorso pubblico in Bangladesh. A fine giornata, il trasferimento nella nunziatura apostolica, dove alloggerà nei prossimi giorni.