Nigeria, le diocesi in soccorso degli sfollati dell’alluvione

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Un fiume nigeriano (© Stefania Buletti da Pixabay)

Sos Nigeria. A Maiduguri e dintorni nel 2009 è nato il movimento jihadista Boko Haram, le cui azioni nel corso degli anni hanno costretto alla fuga centinaia di migliaia di abitanti dei villaggi limitrofi. Tra i più colpiti dall’inondazione sono le persone che ancora vivono nei campi per sfollati eretti a Maiduguri e che non erano potute rientrare nelle proprie case. Ed è a queste strutture che si riferisce la nota della diocesi. Ora questi campi sono utilizzati per accogliere anche i cittadini di Maiduguri che hanno perso la casa travolta dalle acque. Secondo un primo bilancio ufficiale le vittime dell’inondazione sono una trentina e gli sfollati circa 400 mila. Ma le persone colpite più o meno duramente dal disastro sono un milione. I vescovi della Nigeria lanciano un appello alla preghiera e alle donazioni a favore delle vittime. “Per favore pregate per noi. La diocesi di Maiduguri vi contatterà per chiedere supporto nell’assistenza alle persone colpite”. La diga di Alau è stata costruita nel 1986 per aiutare gli agricoltori di Maiduguri con l’irrigazione e controllare le inondazioni del fiume Ngadda, quando questo riceve flussi d’acqua superiori alla norma.

Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay

Emergenza Nigeria

“Siamo stati colpiti dalla peggiore alluvione degli ultimi 30 anni” riporta sulla sua pagina Facebook la diocesi di Maiduguri, la capitale dello Stato di Borno, nel nord-est della Nigeria, invasa dalla acque a seguito del cedimento della diga di Alau. L’invaso, che si trova a circa 20 km a sud della città, ha ceduto a causa delle piogge che da fine agosto cadono incessantemente sull’area. Il sistema fognario è saltato. Accrescendo il rischio dello scoppio di epidemie. Tanto più che le acque hanno invaso anche le strutture ospedaliere, come la clinica universitaria, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides. Tra le strutture colpite c’è pure la cattedrale di Maiduguri, dedicata a San Patrizio, invasa dalle acque. L’alluvione ha colpito inoltre i principali mercati, tra cui depositi di cereali, frutta e verdura. Mentre molti centri commerciali rimangono chiusi, determinando una forte carenza di prodotti alimentari, con i pochi disponibili venduti a prezzi molti alti. Aggravando così le condizioni delle classi sociali più povere già in difficoltà per il forte aumento dei prezzi dei generi alimentari causati dalla forte inflazione. Secondo il Programma Alimentare Mondiale, ancora prima dell’inondazione, nello Stato di Borno più di 4 milioni di persone erano in stato di grave emergenza alimentare.

Giacomo Galeazzi: