In Nigeria e Mozambico la rete di solidarietà Acs. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha approvato due progetti. Per soccorrere le comunità cristiane della Nigeria e del Mozambico. In fuga dalla violenza dei terroristi islamici.
Emergenza Nigeria
La parrocchia di San Paolo a Pulka, in Nigeria, è sulla via di fuga dei cristiani. Famiglie che lasciano la città di Maiduguri. In cerca di un luogo sicuro. Gli attacchi dei terroristi islamici sono molto frequenti. E i sacerdoti della parrocchia hanno urgente bisogno di acqua potabile per i rifugiati. Acs si rivolge ai benefattori e alla comunità cattolica italiana. Per raccogliere i fondi necessari a costruire un pozzo. Attrezzato con una pompa. Alimentata da pannelli solari. Il secondo progetto, invece, è destinato alla diocesi di Quelimane, in Mozambico. Nella quale trovano rifugio centinaia di cristiani in fuga. Provenienti prevalentemente dalla provincia di Cabo Delgado. Tutte le realtà ecclesiali di Quelimane sono impegnate a soccorrere i rifugiati. In particolare donne e bambini. I fondi raccolti consentiranno agli operatori della diocesi di distribuire cibo. Prodotti per l’igiene. Sementi. Piccoli attrezzi per la coltivazione dei campi. A beneficiarne 500 famiglie di sfollati.
Violenza
“La violenza, oltre alle vittime, genera distruzione delle infrastrutture. Perdita di bestiame. E allontanamento forzato degli agricoltori dalle loro fattorie. Con conseguente impossibilità di provvedere al raccolto. A ciò si aggiunge l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. A causa della pandemia. L’effetto di queste diverse cause è la carestia”, commenta Alessandro Monteduro. Aggiunge il direttore di Acs Italia: “Vi è un ulteriore grave rischio. I giovani frustrati dalla povertà opprimente. Ed esposti alla predicazione estremista. Potrebbero essere tentati di unirsi ai ranghi dei jihadisti“.