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Nicaragua, escalation di persecuzioni contro la Chiesa

Un altro sacerdote costretto dal regime a lasciare il paese. Sono già ottanta

In Nicaragua si allarga la persecuzione contro la Chiesa cattolica. Un altro sacerdote costretto a lasciare il paese centroamericano sotto la repressione del regime di Ortega. Padre Douglas Guevara, parroco dell’Immacolata Concezione nella diocesi di León, è l’ultimo prete in ordine di tempo che ha lasciato il Paese per proteggere la sua vita. Sono ottanta, i sacerdoti e i religiosi costretti sino ad ora a lasciare il Paese. La Conferenza episcopale degli Stati Uniti, attraverso una presa di posizione del Comitato per la giustizia e la pace, ha dichiarato che la detenzione del vescovo Rolando Álvarez, condannato a febbraio dalla dittatura di Daniel Ortega e Rosario Murillo a 26 anni e 4 mesi di carcere in Nicaragua, è ”ingiusta” e dovrebbe terminare ”il prima possibile”. In una nota, monsignor David Malloy, presidente del Comitato, esorta ”gli Stati Uniti e la comunità internazionale a continuare a pregare per il vescovo e a sostenere il suo rilascio”.
NIcaragua

Nicaragua nel caos

Intanto la Corte internazionale di giustizia (Icj) dell’Onu ha respinto in prima istanza un ricorso del Nicaragua contro la Colombia. Riguarda una zona del Mar dei Caraibi ricco di fauna ittica e potenzialmente di petrolio. L’istanza nicaraguense, riferisce il portale di notizie di Blu Radio di Bogotà, riguarda una decisione della Icj che nel 2012 assegnò con una sentenza alla Colombia la sovranità su un importante tratto di mare conteso fra le due nazioni. In cui sono incluse sette piccole isole. La discussione nelle diverse udienze tenute dalla Corte, che ha la sua sede a L’Aia, ha riguardato soprattutto il concetto di piattaforma continentale, ed i casi in cui, come riteneva il Nicaragua, essa potesse per ragioni geologiche estendersi anche oltre le 200 miglia nautiche convenzionalmente concesse per la sovranità di un tratto di mare prospiciente alle sue coste. Al termine del dibattito fra le parti, il presidente della Corte, Joan Donoghue, ha letto la sentenza approvata con 13 voti favorevoli e quattro contrari. In cui si respinge la richiesta del Nicaragua di estendere la propria piattaforma continentale oltre le 200 miglia nautiche dalla sua costa, un’operazione che avrebbe comportato una sovrapposizione ai confini marittimi della Colombia. “Il Nicaragua – sottolinea la decisione della Icj – non ha diritto a una linea che si estenda entro le 200 miglia dalla linea di base colombiana“. In altri termini, insiste la sentenza, “all’interno della linea di base delle miglia nautiche (delle isole colombiane) di San Andrés e Providencia, il Nicaragua non ha diritto a una piattaforma estesa”.

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