Sos Nicaragua della Chiesa. Il regime di Daniel Ortega, negli ultimi tre mesi, ha imprigionato 7 candidati alla presidenza. Ha inibito Berenice Quezada. Candidata alla vicepresidenza. Ufficialmente iscritta al Consiglio Supremo Elettorale (Cse). E e ha cancellato la personalità giuridica del partito “Cittadini per la Libertà” (CxL). Inoltre, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, il regime di Ortega tiene oltre 140 prigionieri politici nelle diverse carceri del Paese. Ta questi vi sono più di 30 attivisti. Candidati. Intellettuali. Ex guerriglieri sandinisti. Uomini d’affari. Ex diplomatici e giornalisti. Imprigionati nel contesto del processo elettorale che dovrebbe culminare nella chiamata alle urne del prossimo 7 novembre.
Emergenza Nicaragua
L’Arcidiocesi di Managua ha preso posizione attraverso la propria Commissione Giustizia e Pace. Denunciando la sistematica violazione dei diritti politici e costituzionali. Nella campagna elettorale per il voto di novembre. “Giustizia e Pace”, in un documento inviato in Vaticano, stigmatizza la grave situazione di persecuzione che il regime ha scatenato nei mesi scorsi. Contro gli avversari di Daniele Ortega. Candidati presidenziali. Giornalisti. E leader politici.
Minacce alla Chiesa
A ciò si aggiungono le minacce alla Chiesa cattolica. Le offese ai sacerdoti e ai vescovi. Le limitazioni nel rilascio di visti o della residenza a sacerdoti stranieri. Le vessazioni di parrocchiani laici. E altre azioni illegali e intimidatorie. Il popolo nicaraguense ha il “diritto di scegliere” diverse opzioni politiche. Ma gli viene impedito di esprimere la propria preferenza nel voto di novembre. Il processo elettorale dovrebbe essere una festa civica. E invece è vissuto con paura e incertezza. Perché non ci sono le condizioni per elezioni democratiche.