Aupraj Sharma, presidente della Commissione nazionale per i diritti umani del Nepal (Nhrc), ha affermato ieri che l’organo “promette di difendere la libertà di coscienza come diritto di ogni cittadino di scegliere la propria fede”. L’impegno è stato preso in seguito alla petizione scritta dalla Federazione nazionale cristiana, in cui si chiede di garantire piena libertà di coscienza anche alle minoranze religiose. L’organismo statale ha immediatamente girato la richiesta al governo nepalese e presto avverrà l’incontro con il Primo ministro e il presidente del Paese.
“Nel 1990 – afferma Sharma, che al tempo era a capo della Corte suprema nepalese – alcune persone convertite al cristianesimo dall’induismo furono mandate in prigione. Io ordinai la loro liberazione”. Il Nepal nel 1990 era ancora una monarchia assoluta induista, e la libertà religiosa non esisteva. Le prime aperture nei confronti delle diverse religioni si sono verificate alcuni anni dopo il 2006, anno in cui cadde l’ultimo re.
“Lo Stato – ha continuato il presidente della Commissione – deve essere laico e garantire maggiori diritti alle minoranze, per difenderle dalla maggioranza indù. La nhrc è pronta a combattere per i diritti di tutti i cittadini del Nepal. I cristiani hanno la mia parola, farò sentire la loro voce all’autorità competente”.