Nuove leve al servizio della carità. Concretamente ai giovani è chiesto di prendere contatto con la Caritas del proprio decanato. O della propria parrocchia. Per comprendere i bisogni della propria comunità. La disponibilità dei giovani, avverte la diocesi di Milano, può essere decisiva per non interrompere esperienze fondamentali. Come mense, empori solidali, distribuzione e consegna di pacchi alimentari. E ancora, centri di ascolto, telefonate solidali, visite a domicilio per la spesa alimentare o la farmacia, dormitori.
Carità verso gli ultimi
i giovani, mettendosi in prima fila, tuteleranno anche i volontari solitamente impegnati nei servizi per gli ultimi. Che spesso hanno più di 65 anni. E in questo momento sono particolarmente chiamati a stare in casa. Già durante i mesi critici di marzo, aprile e maggio i giovani erano stati chiamati a essere “creativi del bene“. E “scintille nella notte”. Per portare luce attingendo al grande fuoco del Risorto. Nella seconda ondata della pandemia, Pastorale Giovanile e Caritas Ambrosiana rinnovano un invito. Quello alla collaborazione e al servizio. Accogliendo gli appelli di papa Francesco e dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. “Il destino e la sorte degli altri ci riguardano. Non si deve essere indifferenti di fronte ai bisogni dell’altro. E’ necessario essere compassionevoli“.
Sos pandemia
Chi non ha riferimenti precisi sul proprio territorio può segnalare la disponibilità al servizio a volontariato@caritasambrosiana.it. Chi lo desidera, inoltre, potrà condividere le proprie esperienze di volontariato attraverso immagini o foto. Da inviare alla Pastorale Giovanile – Servizio per i Giovani e l’Università (tel.371.4270581; giovani@diocesi.milano.it). O utilizzando l’hashtag #giovaninellacarità sui social.