Transnazionalità, ecclesialità e impegno per la tutela della vita. Sono queste le tre caratteristiche principali della Rete Ecclesiale Panamazzonica (Repam), secondo le intenzioni del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il porporato è stato uno dei partecipanti alla conferenza stampa di presentazione della Repam, nata nel settembre 2014 a Brasilia in occasione di un incontro fra vescovi che includono nel loro territorio regioni amazzoniche, sacerdoti, missionari e missionarie di congregazioni che lavorano nella giungla amazzonica, rappresentanti di alcune Caritas nazionali e laici appartenenti a varie strutture della Chiesa.
Questa nuova realtà trae ispirazione dalle parole di Papa Francesco alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro del 2013 e dagli insegnamenti di Aparecida, mirando a una custodia responsabile e sostenibile dell’Amazzonia, un territorio sempre più devastato e minacciato. “Puntiamo alla promozione integrale della persona – ha affermato Mauricio López, segretario esecutivo della Repam –: i nostri progetti hanno affrontato tematiche primarie riguardanti l’ecologia, che a volte viene trattata come fosse una moda o qualcosa di passeggero. Dobbiamo pensare integralmente, perché la sfida è comune. Poi l’opzione preferenziale per i più poveri e gli esclusi, che Papa Francesco ha segnalato con forza”.
Un’area estesa per 6 milioni di km quadrati e popolata da 30 milioni di persone è minacciata dall’inquinamento, dal radicale e rapido cambiamento dell’ecosistema dal quale dipendono e dalla mancata tutela di fondamentali diritti umani. “Riaffermiamo dalla Repam – ha evidenziato monsignor Pedro Ricardo Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo in Perù – quello che dice Papa Francesco: la Chiesa non è presente in Amazzonia come coloro che hanno già pronte le valigie per andarsene, dopo averla sfruttata. Sin dal principio è presente con missionari, congregazioni religiose, vescovi, sacerdoti e laici e la sua presenza è fondamentale per il futuro della zona”.