L’impegno della Chiesa per la pace in Myanmar. “Chiediamo accortamente alle parti un cessate il fuoco. Chiediamo che tacciano le armi e si ricerchi una soluzione pacifica. Vediamo molta gente che soffre è c’è bisogno di creare corridoi umanitari nelle aree di estrema crisi umanitaria. Consentendo a tutte le organizzazioni, locali e straniere, l’assistenza agli sfollati”, afferma all’agenzia missionaria vaticana Fides Joseph Kung. Laico cattolico di Yangon. Responsabile di un istituto universitario privato.
Appello per il Myanmar
Joseph Kung si fa interprete interprete dei sentimenti e dei desideri di cattolici e di tanti altri cittadini di altra fede. Il Myanmar è tormentato da un conflitto intestino tra l’esercito e le Forze di difesa popolare (PDF). Nate all’indomani del colpo di stato del febbraio 2021. Oggi, avverte Kung, è urgente “alleviare le sofferenze dei milioni di persone. Che, in vaste aree del paese, sono state costrette a fuggire dalle loro case. E cercare una sistemazione precaria”. L’appello alla pace parte dalla popolazione, stremata da mesi di conflittualità. Ed è rivolto al Consiglio dell’amministrazione statale (SAC). Cioè alla giunta militare al governo, Ma anche al Governo di unità nazionale (NUG) che è in esilio. E alle Forze di difesa popolari (PDF).
Sos sfollati
Molti fedeli birmani hanno trascorso il tempo di Natale da sfollati, nei campi allestiti dalle parrocchie. O da Karuna (come si chiama la Caritas birmana). Oppure dispersi nelle foreste. Dove sono accampati per tenersi lontani dai combattimenti. E preservare la vita di anziani, donne e bambini. Tensione e paura si avvertono soprattutto nelle aree dove gli scontri e i combattimenti sono più violenti. Dnche negli stati birmani abitati prevalentemente da minoranze etniche cristiane. Come Kachin, Kayah, Karen e Chin. Spesso i battezzati hanno cercato conforto e rifugio nelle chiese,. Trovando accoglienza e solidarietà. Ma anche chiese e scuole sono state colpite.