In Myanmar la Chiesa nel mirino .”Non abbiamo sicurezza. Anche se la giunta militare ha annunciato la volontà di alleggerire le restrizioni alla vita sociale e civile“, racconta Joseph Kung. Cattolico di Yangon. Responsabile di un istituto universitario privato. “A oltre un anno e mezzo dal colpo di stato, la gente è davvero stanca del conflitto. E desidera tornare alla vita normale- prosegue Kung-. Come cattolici, continuiamo a sperare e pregare. Seguendo i vescovi che ci invitano a vivere con fede questo momento di sofferenza e di prova. Ci guidano sulla via della non violenza. Chiedono giustizia e pace“.
Persecuzioni in Myanmar
Il conflitto civile in Myanmar non risparmia il coinvolgimento delle chiese. E di altri edifici di culto. Le truppe dell’esercito regolare del Myanmar hanno occupato per quattro giorni la chiesa cattolica della Madre di Dio. Nella piccola città di Moebye. Nella diocesi di Pekhon (Myanmar centro-orientale). Sono in corso aspri combattimenti nell’area tra l’esercito del Myanmar e le forze di resistenza. Le cosiddette People’s Defence Forces, composte perlopiù da giovani. Che si oppongono alla giunta militare da quando è stato compiuto il colpo di stato, il 1° febbraio 2021. L’agenzia missionaria vaticana Fides ha raccolto fonti locali. In alcune aree della nazione, come nel Nord, sono in corso forti combattimenti. Tra l’esercito e le forze resistenti. Spesso unite agli eserciti delle minoranze etniche. In altre zone della nazione si registra invece un conflitto a bassa intensità. Sono coinvolte anche le città più grandi. Come Yangon, Mandalay, Pathein. Dove gruppi di giovani attaccano di sorpresa check point militari. Camionette dell’esercito. Posti di polizia.