L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) denuncia i crimini di guerra dai gruppi armati attivi nella provincia di Cabo Delgado. Nel nord del Mozambico. Uccisioni, decapitazioni e smembramenti di corpi. Violenze sessuali, rapimenti, reclutamento forzato da parte di gruppi armati. Torture. Secondo l’UNHCR, da gennaio nel distretto di Nangade sono sfollate circa 24.000 persone. Che necessitano di assistenza umanitaria urgente. Altre 5 mila persone hanno cercato rifugio in una zona al confine con la Tanzania.
Sos Mozambico
Il distretto di Mueda, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, ospita 134.515 sfollati interni. Ciò lo rende uno dei più grandi distretti che ospitano le comunità sfollate all’interno di Cabo Delgado. Un’altra organizzazione umanitaria, Girl Child Rights Organisation, denuncia la condizione di estrema sofferenza degli sfollati interni nei distretti di Metuge e Chiúre di Cabo Delgado. Ricevono razioni di cibo dimezzate. La conseguente malnutrizione acuta colpisce principalmente i bambini di età inferiore ai cinque anni. Donne in gravidanza e in allattamento. E persone disabili.
Sfollati interni
Una percentuale relativamente alta di sfollati interni sopravvive con cibo al di sotto della soglia fissata dall’Unicef. Quella, cioè, che definisce “la frequenza minima dei pasti e lo standard minimo di diversità alimentare“. Oltre 735.000 persone sono fuggite dalle loro case. Dall’inizio del conflitto a Cabo Delgado nell’ottobre 2017.