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Mosca e Kiev liberano i prigionieri, la gioia del Papa

Mi rallegro per le persone liberate, le quali hanno potuto riabbracciare i propri cari, e continuo a pregare per una rapida fine del conflitto e per la pace duratura in Ucraina orientale”. Saluta cosƬ Papa Francesco, al termine dell'Angelus domenicale, l'avvenuto scambio di prigionieri fra Mosca e Kiev della scorsa settimana. Una decisione “lungamente attesa” che viene considerata un primo passo verso la distensione fra i due Paesi dopo la crisi della Crimea e che il Santo Padre ricorda al termine di una riflessione incentrata sul passo evangelico in cui “alcuni che criticano GesĆ¹, vedendolo in compagnia di pubblicani e peccatori“, ai quali Cristo dĆ  in risposta tre parabole: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta?”. GesĆ¹ accoglie “i peccatori e mangia con loro. ƈ quello che accade a noi, in ogni Messa, in ogni chiesa: GesĆ¹ ĆØ contento di accoglierci alla sua mensa, dove offre sĆ© stesso per noi“.

Sconfiggere il peccato

Dio non si rassegna, ha spiegato il Pontefice: “A luiĀ stai a cuore proprio tu che ancora non conosci la bellezza del suo amore, tu che non hai ancora accolto GesĆ¹ al centro della tua vita, tu che non riesci a superare il tuo peccato”. Un altro insegnamento viene dalla seconda parabola: “Sei quella piccola moneta che il Signore non si rassegna a perdere e cerca senza sosta: vuole dirti che sei prezioso ai suoi occhi, unico”. E, infine, dalla terza, quella del Figliol prodigo: “Dio ci aspetta, non si stanca, non si perde dā€™animo. PerchĆ© siamo noi, ciascuno di noi quel figlio riabbracciato, quella moneta ritrovata, quella pecora accarezzata e rimessa in spalla”. Un amore infinito per i peccatori che, perĆ², puĆ² essere rifiutato, come fa il fratello maggiore del Figliol prodigo: “Egli ha in mente piĆ¹ un padrone che un padre. ƈ un rischio anche per noi: credere in un dio piĆ¹ rigoroso che misericordioso, un dio che sconfigge il male con la potenza piuttosto che col perdono. No, Dio salva con lā€™amore, non con la forza,Ā proponendosi, non imponendosi”. Un errore comune ĆØ crederci giusti, “quando pensiamo che i cattivi siano gli altri. Non crediamoci buoni, perchĆ© da soli, senza lā€™aiuto di Dio che ĆØ buono, non sappiamo vincere il male”. Per sconfiggere il male, ha concluso il Santo Padre, bisogna accogliere il perdono di Dio: “LuiĀ cancella il male, ci fa nuovi dentro e cosƬ fa rinascere in noi la gioia. Coraggio, con Dio nessun peccato ha lā€™ultima parola”.

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