Mobilitazione dei vescovi del Ghana contro la pena di morte. Afferma l’episcopato del paese africano: “Dio ha creato la persona umana a sua immagine e somiglianza. E quindi solo Dio può riprendersi la vita umana. E’ un obbligo di ogni possessore della vita sforzarsi in ogni momento di preservare la santità della vita umana”. Stop della Chiesa ghanese alle esecuzioni capitali, dunque. A riferirlo è l’agenzia missionaria vaticana Fides. La Conferenza episcopale del Ghana. supporta le due proposte di legge per l’abolizione della pena di morte. I vescovi invitano uomini e donne a “lavorare con determinazione per abolire la pena capitale dal nostro sistema legale”. Numerosi i motivi per i quali, secondo la Conferenza episcopale, la pena di morte è inaccettabile. Incluso il fatto che essa “non offre al condannato l’opportunità di pentirsi e chiedere perdono“. Più del 70% dei 32 milioni di abitanti del Ghana è di religione cristiana.
Alt alla cultura di morte
Inoltre ci sono casi nei quali persone innocenti sono messe a morte per un errore giudiziario. E’ per questo che la Conferenza episcopale cattolica del Ghana ha presentato un memorandum. A sostegno dei due disegni di legge presentati al Parlamento del Ghana. Per “porre fine alla pena di morte nei nostri statuti”. Nel Parlamento del Ghana ci sono due proposte di legge. Per emendare il Criminal Offences Act del 1960 (art.29) e l’Armed Forces Act del 1962 (articolo 105). Attualmente nel paese africano si può emettere una sentenza capitale. Nella giustizia civile e in quella militare. Gli emendamenti proposti prevedono la sostituzione della pena capitale con quella dell’ergastolo.
“Atto malvagio”
Attualmente in Ghana sono 171 le persone detenute nel braccio della morte. Mentre sono 27 le nazioni dell’Africa che hanno abolito la pena capitale. E’ dello scorso aprile l’allarme della Chiesa del Ghana per la “calma inquieta a Bawku“. Nella regione nella parte nord-orientale del Ghana. Al confine con Togo a est e Burkina Faso a nord si affrontano da anni le popolazioni Mamprusi e Kusasi. Per questioni sulla proprietà della terra. Ed è costante impegno dei vescovi a “respingere qualsiasi atto malvagio”. In primis guerre e conflitti.