La testimonianza di monsignor Ruiz
Il segretario del dicastero vaticano per la Comunicazione, monsignor Lucio Adrián Ruiz è intervenuto ieri al seminario organizzato dalla
Scuola internazionale di Studi Superiori Avanzati (Sissa) di Trieste. In collaborazione con il
Laboratorio Fede e Scienza della diocesi di Trieste. “Un
giornalismo sincero sulla scienza deve saper fermarsi dove la scienza arriva. E non tirare delle conclusioni che essa non conclude su degli argomenti che non sono più
nel suo campo“.
Sos fake news
Monsignor Ruiz ha affermato che, in particolare nel mezzo della pandemia che stiamo attraversando, “il sapere rallenta il dilagare delle fake news provenienti dalla pseudoscienza o fantascienza. Che provocano ritardi e possono anche portare via la vita delle persone”. Per questo “è importante contare su dei professionisti della comunicazione e dei giornalisti seri e affidabili. In grado di capire il ruolo della scienza e della tecnica nel mondo contemporaneo. E di saper comunicare ciò che è importante con oggettività e chiarezza”. Tutto ciò, secondo monsignor Ruiz, “tenendo conto che la scienza e la tecnica per proprio metodo non intendono reclamare dogmi”.
Linguaggio oscuro
“Le scoperte hanno il valore del presente fino ad un’altra teoria che possa invalidare la precedente”, precisa il prelato vaticano. E “le tentazioni di questo giornalismo restano le stesse di altre forme di informazioni. Da una parte la spettacolarizzazione e la tempestività, dall’altra la iper-specializzazione e l’oscurità del linguaggio tecnico-scientifico. Tra questi due estremi si trova la virtù di comunicare con chiarezza”. Il segretario del dicastero vaticano per la Comunicazione della Curia romana ha preso la parola al seminario “Le Accademie pontificie e la scienza della Santa Sede”. L’incontro si è svolto virtualmente sulla piattaforma Zoom.