Monsignor Paul Gallagher, “ministro degli Esteri” della Santa Sede ha partecipato ad un seminario, a Strasburgo, organizzato al Consiglio d’Europa sul tema “Costruire insieme società inclusive: contributi verso l’incontro di Sarajevo sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale”. Secondo il segretario per le Relazioni con gli Stati del Vaticano la libertà religiosa è messa a dura prova a causa del fondamentalismo e dei regimi totalitari in alcuni paesi, mentre in altri è minacciata dl processo di secolarizzazione.
“In anni recenti – ha detto mons. Gallagher – è stato messo in discussione il rispetto per il diritto alla libertà religiosa a livello internazionale per una serie di ragioni. IN primo luogo, a causa della diffusione del fondamentalismo e della persistenza di stati autoritari e non democratici, vi è stata una sconcertante diminuzione del rispetto per la libertà religiosa in molti Paesi, un deterioramento che in più di un luogo ha sfortunatamente raggiunto proporzioni di aperta persecuzione, dove i cristiani sono frequentemente tra le prime vittime. In secondo luogo, in molti paesi di antiche tradizioni democratiche, la religione tende ad essere vista con un certo sospetto: a causa delle sfide poste dal contenuto multiculturale, ma anche per una visione profondamente secolarizzata del mondo in base alla quale la religione rappresenta una visione dell’essere umano e della società in diretta competizione con la piena affermazione dei diritti dell’uomo e della donna, la religione è vista come un residuo del passato che deve essere superato”.
Inoltre mons. Gallagher ha ribadito che l’Isis non si combatte sostenendo dittatori più o meno sanguinari, purché apparentemente rispettosi dei cristiani, ma è convinto che “sulla base della libertà religiosa come il diritto fondamentale, possiamo creare uno spazio di dialogo, che ci può permettere di creare le condizioni necessarie per società inclusive”.