“Solo una visione superficiale e ideologica del Concilio può giungere ad affermare che “è tutto finito”, che la grande musica destinata alla Liturgia è stata abbandonata per sempre”. Con queste parole il direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, mons. Massimo Palombella, ha presentato la nuova incisione realizzata dal Coro, dopo l’album “Cantate Domino” dello scorso anno. Un’opera interamente dedicata ad uno dei più celebri compositori di musica sacra, Giovanni Pierluigi da Palestrina. Il cd, registrato all’interno della Cappella Sistina, contiene 14 brani, tra cui tre prime registrazione mondiali assolute: la celebre “Missa Papæ Marcelli” – nella prima edizione a stampa del 1567 – e due Mottetti inediti: “Veritas mea et misericordia mea” e “Iubilate Deo”.
Opere che, come ha sottolineato mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia, “hanno per tema la misericordia, scelti non a caso per sottolineare, anche musicalmente, quest’anno di grazia che ci è dato di vivere”. E se in occasione della presentazione del primo cd “il pensiero dominate era quello di far conoscere nella sua storia plurisecolare quest’antica istituzione della Santa Sede, la sua funzione artistica, culturale e soprattutto spirituale, il suo legame così particolare con il Papa” ora l’obiettivo è “rendere fruibile a un pubblico sempre più vasto un patrimonio ricco che nasce nel cuore della Chiesa cattolica come lode a Dio”. E la collaborazione con “la Deutsche Grammophon consente a moltissime persone, anche lontane dalla tradizione cristiana, di venire in contatto con tale peculiare patrimonio”.
In tal modo, la musica liturgica acquista il suo vero valore: essere “veicolo di bellezza, aiuto all’elevazione dell’animo nella preghiera liturgica senza cadere nell’autoreferenzialità”. E ha sottolineato mons. Gaenswein, “questa sfida rimane attuale ancora oggi (…) sperimentando concretamente vie nuove di attualizzazione e di proposta della grande musica nel contesto della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Fuori da un tale ambito non avrebbe senso una istituzione come la Cappella Musicale Pontificia, in quanto il fare solo un po’ di buona musica non ne giustifica l’esistenza. Questa finalità evangelizzatrice, che passa anche necessariamente nel rendere l’umano più umano, è la ragione più profonda anche dell’impegno professionale di quest’antica istituzione con un grande passato e con un futuro carico di aspettative”.
La “Missa Papæ Marcelli” è la prima composizione a sei voci pubblicata da Palestrina e l’unica dedicata esplicitamente a un Papa. Le si attribuisce il merito di aver salvato la polifonia assicurando quella “intellegibilità del testo” richiesta per la musica polifonica dal Concilio di Trento.