“Serve un cambio di mentalità. I poveri sono una risorsa, occorre scuoterci dall’indifferenza. Non si tratta di dare una moneta” come elemosina ma “di interessarsi all’altro, preoccuparsi, prendersi cura”. Così mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, ha risposto a una domanda di In Terris a commento del messaggio di Papa Francesco per la I Giornata mondiale dei poveri del prossimo 19 novembre. Perché è vero che volontari e consacrati possono avere l’aiuto agli emarginati come vocazione o carisma ma il messaggio è rivolto a tutti. E allora come fa una normalissima famiglia ad accogliere l’invito del Papa a “fare propria la cultura dell’incontro” che diventi “condivisione” e quindi “stile di vita”? “Dobbiamo renderci conto – ha spiegato l’arcivescovo – che i poveri non sono estranei, sono nostri fratelli. Per questo l’invito del Papa ad aprire le proprie case e ospitarli, a invitarli a pranzo“. Lo stesso S. Padre, ha aggiunto mons. Fisichella, darà l’esempio: “Dopo la S. Messa a S. Pietro, nell’aula Paolo VI pranzerà con almeno 500 poveri ma in tutta Roma ci saranno varie realtà di carità che faranno lo stesso”. In altre parole, “la sfida che si intende porre consiste nell’uscire dall’indifferenza, dalle certezze e comodità che spesso sono i luoghi privilegiati di una cultura benestante, per riconoscere che la povertà costituisce anche un valore con cui confrontarsi”.
L’impegno delle diocesi
Nella sua presentazione, l’arcivescovo ha affermato che “le Chiese particolari sono invitate a trovare tutte le forme più adeguate per dare continuità a quanto già esiste e che segna la vita del vasto mondo del volontariato. Papa Francesco chiede che tutti si impegnino, soprattutto nel corso della settimana precedente, per ‘creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto’. Viene chiesto, inoltre, di invitare i poveri e i volontari a partecipare insieme alla santa Eucaristia della domenica e, successivamente, di accogliere i poveri come ‘ospiti privilegiati alla nostra mensa’. Per permettere ai sacerdoti e al mondo del volontariato di vivere ancora più intensamente questi momenti, il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione ha predisposto un sussidio pastorale che sarà disponibile a partire dal mese di settembre”.
La veglia dei volontari
Per i volontari “è prevista una Veglia di preparazione sabato 18 novembre nella chiesa di San Lorenzo fuori le Mura per fare memoria del grande santo romano che elevando la figura del povero a vero e unico ‘tesoro’ della Chiesa, si consegnò al martirio, a testimonianza perenne del suo servizio di carità”. Non è prevista (al momento) la presenza del S. Padre ma, ha detto mons. Fisichella, “sarà un momento per esprimere anche il ringraziamento per quanti quotidianamente e in silenzio vivono il servizio dell’assistenza ai poveri, e un invito perché tanti altri si uniscano alla loro testimonianza”.
La denuncia
Il messaggio di Francesco è senza dubbio anche una forma di denuncia, laddove il Papa parla esplicitamente di “ricchezza sfacciata che si accumula nelle mani di pochi privilegiati, e spesso si accompagna all’illegalità e allo sfruttamento offensivo della dignità umana” mentre “fa scandalo l’estendersi della povertà a grandi settori della società in tutto il mondo”. Una “proposta – ha detto mons. Fisichella – che diventa atto di denuncia attraverso cui l’animo viene provocato a prendere coscienza della situazione mondiale e a cercare soluzioni”.
La povertà come valore
Non manca l’invito a riscoprire la povertà come valore: “Siamo chiamati, pertanto, a tendere la mano ai poveri, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine. La loro mano tesa verso di noi è anche un invito ad uscire dalle nostre certezze e comodità, e a riconoscere il valore che la povertà in sé stessa costituisce” scrive il Papa. E mons. Fisichella, rispondendo a una domanda precisa, ha speigato che “quando la povertà non è scelta di vita ma è subita diventa ingiustizia e in quanto tale non è mai un valore”. Quello che si vuole denunciare è “la dimensione consumistica oltre misura, lo spreco e l’inutilizzo delle risorse”.
Il logo
Un ultimo aspetto sottolineato da mons. Fisichella è quello della reciprocità: “Il povero viene raggiunto dalla tenerezza e dalla misericordia di Dio attraverso quanti desiderano incontrare realmente il volto di Cristo; alla stessa stregua, quanti hanno perduto la dignità e sono ai margini, quanti sono afflitti dal sopruso e dalla violenza provocano i cristiani a ritrovare il senso della povertà evangelica che loro portano impresso nella vita quotidiana. La dimensione della reciprocità trova riscontro nel logo della Giornata Mondiale dei Poveri. Si nota una porta aperta e sul ciglio si ritrovano due persone. Ambedue tendono la mano; una perché chiede aiuto, l’altra perché intende offrirlo. In effetti, è difficile comprendere chi tra i due sia il vero povero – ha concluso – O meglio, ambedue sono poveri. Chi tende la mano per entrare chiede condivisione; chi tende la mano per aiutare è invitato a uscire per condividere. Sono due mani tese che si incontrano dove ognuna offre qualcosa. Due braccia che esprimono solidarietà e che provocano a non rimanere sulla soglia, ma ad andare incontro all’altro”.