Commentando le letture che la liturgia del giorno propone alla Chiesa, Papa Francesco ha incentrato la sua riflessione su tre modi di vivere la fede. Soffermandosi sull’immagine del fico che è presente nel Vangelo di Marco, spiega che questo “rappresenta una vita sterile, incapace di dare qualsiasi cosa e di fare il bene”. Si tratta di colore che non fanno nulla “per aiutare, che vivono sempre per se stessi. Alla fine questi diventano nevrotici, tutti! Gesù condanna la sterilità spirituale, l’egoismo: ‘Che a me non manchi niente e che gli altri si arrangino'”.
Il secondo modo di vivere, sottolinea Francesco “è quello degli affaristi nel tempio. Sfruttano anche il luogo sacro di Dio per fare degli affari: cambiano le monete, vendono gli animali per il sacrificio. La gente che andava in pellegrinaggio lì a chiedere la benedizione del Signore, era sfruttata! I sacerdoti non insegnavano a pregare, non davano loro la catechesi. Era un covo di ladri. Non so se ci farà bene pensare se da noi accade qualcosa del genere in qualche posto”.
Infine indica una terza categoria di persone che vive la fede come indica Gesù nel Vangelo: “Se uno dicesse a questo monte ‘levati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò avverrà’. Tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà”. Il Pontefice spiega che questo atteggiamento è quello del cristiano che chiede: “Padre, cosa devo fare per questo?”. Così aggiunge Francesco:”Ma chiedilo al Signore che ti aiuti a fare cose buone, ma con fede. Solo una condizione: quando voi vi metterete a pregare chiedendo questo, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate. E’ l’unica condizione, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni voi, le vostre colpe. Questo è il terzo stile di vita. La fede per aiutare gli altri, per avvicinarsi a Dio. Questa è la fede che fa miracoli”.