“Un processo di distruzione totale del vero buddismo”. Questo è il commento di alcuni monaci buddisti che criticano con veemenza l’alleanza stretta dal gruppo radicale dello Sri Lanka, Bodu Bala Sena, col movimento birmano 969. Si tratta di due correnti del buddismo famose, nei loro rispettivi paesi, per aver condotto azioni violente contro le comunità musulmane: inoltre, hanno siglato un patto per “estirpare il fondamentalismo islamico e preservare il buddismo”.
Bendiwewa Diyasena, presidente del movimento buddista srilankese moderato Aaryange Ekamuthuwa, grida a gran voce che “queste persone vogliono creare una società piena di violenza”, accusando il governo di sostegno al radicalismo. Conclude ricordando che “il buddismo insegna a trattare gli altri come uguali e a tollerare il prossimo; in tal senso i monaci buddisti dovrebbero essere santi, non rappresentanti del male”.
I movimenti in questione sono stati accusati di aver innescato violenze contro la minoranza musulmana in Myanmar e in particolare nello Stato di Rakhine quando, nel 2012, alcuni scontri tra le comunità buddista e islamica hanno causato la morte di almeno 250 persone e trasformato decine di migliaia di musulmani in profughi. Il Bodu Bala Sena da un più di un anno nello Sri Lanka porta avanti campagne d’odio contro le minoranze del Paese, in particolare quella cristiana e musulmana.