A quasi 88 anni Papa Francesco sta per compiere il viaggio più lungo e faticoso del suo pontificato. Il cardinale Luis Antonio Tagle sottolinea all’agenzia vaticana missionaria Fides che “in realtà questo viaggio in Asia e Oceania era in programma già nel 2020″. Il porporato filippino era appena arrivato a Roma, alla Congregazione per l’evangelizzazione dei Popoli. E ricorda che c’era già questo progetto. “Poi la pandemia di Covid-19 ha bloccato tutto – spiega il cardinale Tagle-. Mi ha molto sorpreso che il Papa abbia ripreso in mano questo progetto. È un segno della sua vicinanza paterna a quelle che lui chiama ‘periferie esistenziali’. Dico la verità: io sono meno vecchio del Papa, e sperimento che questi lunghi viaggi sono pesanti. Per lui, abbracciare anche questa fatica è un atto di umiltà. Non è uno show per mostrare ciò di cui si è ancora capaci. Da testimone, dico che è un atto di umiltà davanti al Signore che ci chiama. Un atto di umiltà e di obbedienza alla missione“.
Papa in viaggio
Quattro nazioni in due Continenti, per un totale di quasi 40 mila chilometri da percorrere. L’aereo papale decollerà dall’aeroporto di Fiumicino il 2 settembre, e inizierà per Papa Francesco la visita apostolica più lunga e impegnativa, sospesa tra Asia e Oceania. Ma il vescovo di Roma non si allontana dalla sua diocesi per battere record. Il suo – suggerisce il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle – è piuttosto “un atto di umiltà davanti al Signore che ci chiama”. Un “atto di obbedienza alla missione”. Mentre si avvicina il viaggio che porterà Papa Francesco in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore, il pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari) suggerisce anche perché il viaggio del Successore di Pietro tra le Chiese dei “piccoli greggi” è importante per tutta la Chiesa universale. E può interessare tutti coloro che hanno a cuore la pace nel mondo.