Focus sulle migrazioni. Per non voltare la testa dall’altra parte mentre si consuma una tragedia collettiva. “Non vogliamo e non possiamo più assistere alle morti in mare. Ai respingimenti lungo la rotta balcanica. E alla frontiera tra Bielorussia e Polonia. Né alla chiusura di ogni via d’accesso al diritto d’asilo in Europa”, spiegano i promotori della 7° edizione del Festival Sabir. Intitolata “Le frontiere dei diritti e la pandemia”.
Sos migrazioni
Il Festival si è svolto a Lecce. Ed è stato organizzato da Arci. Insieme a Caritas Italiana e Acli. E’ stata un’occasione di incontro e dibattito. Con persone migranti. Rifugiati. Esponenti della società civile italiana e internazionale. Politici. Rappresentati istituzionali. Partendo da esperienze concrete. Come i corridoi umanitari. Le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale delle Ong. Le tante forme di solidarietà alle frontiere. Per costruire un’alleanza di società civile. In vista di un patto europeo per i diritti e l’accoglienza.
Stop alle violenze
L’obiettivo è aprire un confronto stabile. Tra la dimensione nazionale delle vertenze e quella europea. Con il coinvolgimento di parlamentari. Nazionali ed europei. In modo da determinare un cambiamento reale. Il 2021 è stato un anno drammatico e complesso. Sia per gli effetti della pandemia. Sia per le conseguenze della crisi ambientale. Che costringe a un esodo forzato milioni di donne e uomini. Mentre sono tante le persone che hanno subito e continuano a subire violenze e persecuzioni in ogni angolo del mondo. Il Mediterraneo è una delle regioni in cui si concentrano criticità e contraddizioni. Per un modello di sviluppo diseguale che compromette pesantemente l’equilibrio e il futuro del pianeta. Producendo povertà. Discriminazioni. Diseguaglianze.