Il Centro Astalli (il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia) esprime allarme per le condizioni di estremo pericolo, indigenza e sofferenza in cui versano migliaia di migranti nei Balcani, vittime – da ultimo – di un vasto incendio che ha raso al suolo il campo in cui vivevano in condizioni già di per sé inaccettabili.
“L’Europa – chiede padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli – si faccia carico di attivare ora piani di ricollocamento e redistribuzione in tutti gli Stati membri per portare in salvo migranti forzati che hanno diritto ad essere accolti e protetti. Non è possibile abbandonare degli esseri umani nella neve. Mettiamo fine alla guerra contro i migranti combattuta con le armi dell’indifferenza e della cieca noncuranza”.
La penisola balcanica
La penisola balcanica, nota anche come Balcani, è una penisola dell’Europa orientale; è delimitata a ovest dal mare Adriatico, a sud-ovest dal mar Ionio, a est dal mar Nero, a sud-est dal Mar di Marmara, e a sud dal mar Egeo. E’ incerta la definizione del suo confine sulla terraferma, aggravato dal fatto che si tratta di uno dei suoi confini più estesi.
Nella penisola Balcanica sono geograficamente situati infatti i seguenti Stati: Croazia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Bulgaria, Kosovo, Albania, Macedonia del Nord, Grecia e Turchia europea; per alcuni autori anche Slovenia, Romania e Moldavia. L’area orientale della penisola balcanica è occupata da Bulgaria, Grecia e Turchia. Mentre la regione occidentale della penisola balcanica comprende l’Albania e molti paesi dell’ex-Jugoslavia.
Rotta Balcanica
Anche in pandemia il flusso di migranti attraverso la cosiddetta “rotta balcanica” non si è mai interrotto: da Bihac, in Bosnia, i migranti attraversano il confine con la Croazia per poi arrivare in Slovenia e in Italia
Violazione dei diritti umani
Quella nei Balcani, secondo il Centro Astalli “è una situazione di violazione dei diritti umani ai danni di persone in fuga da contesti di guerra e crisi umanitarie come Iraq, Siria e Turchia. I Balcani sono oggi teatro di fatti gravissimi documentati dalla stampa europea e dalle principali organizzazioni umanitarie: una situazione che rischia di divenire una catastrofe umanitaria”.
Canali umanitari e vie legali di ingresso restano “soluzioni strutturali e prioritarie per la gestione controllata e sicura degli ingressi di migranti in Europa”. Per questo il Centro Astalli non smette di chiedere a istituzioni nazionali e sovranazionali la loro “immediata attivazione”.