Sos migranti, la Chiesa come “volto ospitale dell’Europa”. La pista balcanica

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Migranti: sos balcanica. “Purtroppo il numero di migranti che transitano in Bosnia Erzegovina cresce sempre di più. E lo Stato ha difficoltà a gestire queste situazioni”. afferma al Sir padre Stanko Perica. Direttore del “Jesuit refugee service“(Jrs)  Europa Sud Est. A una video testimonianza è affidata la presentazione del Rapporto 2021 del Centro Astalli.

Migranti lungo la “rotta balcanica”

Allarme migranti in Bosnia

Padre Perica ha raccontato il lavoro del Jrs in Bosnia. E negli altri Paesi sulla rotta balcanica. Con mediatori culturali al servizio dei migranti. Volontari medici e traduttori. “Almeno 2.000 migranti intorno a Bihac non hanno la possibilità di lavarsi. O farsi una doccia”, riferisce il gesuita. E prosegue: “In tanti subiscono lesioni fisiche alla frontiera. Siamo vicini a loro per mostrare il volto ospitale dell’Europa. Questa sventura coinvolge migliaia di persone. Ed è la più grande dalla seconda mondiale. Dobbiamo unirci. Siamo tutti umani. Siamo fratelli tutti”.

Foto © AFP

Servire

Il Jesuit Refugee Service (Jrs) ha sede centrale a Roma. E serve 725mila rifugiati in tutto il mondo. E’ presente con i suoi team locali in 56 paesi del mondo. L’organizzazione porta avanti la sua missione Cioè accompagnare. Servire. Difendere i diritti dei rifugiati. Degli sfollati interni. E di chiunque sia obbligato a lasciare le proprie case. Per soddisfare i bisogni educativi, sanitari e sociali. Molto è cambiato negli ultimi 40 anni. Ma la nostra missione rimane la stessa  Accompagnare. Servire. Difendere i rifugiati e gli sfollati. Ciò resta un servizio necessario e prezioso”, evidenzia la rete di soccorso creata dai gesuiti per i rifugiati.

Paola Anderlucci: