“Cordoglio e preghiera per le vittime, vicinanza ai superstiti ma anche sconcerto per l’ennesimo naufragio avvenuto all’alba di ieri mattina sulle coste di Cutro, in Calabria”. Così Mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore Generale Fondazione Migrantes, esprimendo profondo cordoglio per le morti in mare del naufragio avvenuto domenica mattina dinanzi la spiaggia di Steccato di Cutro (Crotone) in Calabria.
Monsignor Pierpaolo Felicolo, classe 1961, sacerdote dal 1992, è il nuovo direttore generale della Fondazione Migrantes. E’ stato nominato il 22 settembre dal Consiglio permanente Cei riunito a Matera. Succede a don Gianni De Robertis, alla guida dell’organismo pastorale della Conferenza dei vescovi dal 2017.
“Gli immigrati morti in mare – prosegue il messaggio il direttore della Fondazione Migrantes – sono ‘come una spina nel cuore’ ha detto papa Francesco durante il suo primo viaggio del Pontificato avvenuto a Lampedusa. 62 i morti finora accertati: tra loro anche bambini. Uomini, donne e bambini di cui non conosceremo forse mai i nomi, ma che si aggiungono alla lista dei tanti morti nel Mediterraneo diventato un vero e proprio cimitero. Non possiamo più vedere immagini strazianti come quelle viste dai soccorritori ieri in Calabria”.
“Mentre sulle spiagge di Steccato di Cutro si procedeva a raccogliere ciò che resta di un uomo, di una donna, di un bambino senza vita, all’ospedale sono stati accolti i superstiti – racconta la direttrice Migrantes della diocesi di Crotone – Santa Severina, sr. Loredana Parisi – quelli che nel disastro hanno riportato ferite, anche gravi”.
Tra queste persone “la disperazione di una donna, molto provata e ferita, che incessantemente chiama la figlia morta che non ha potuto salvare…Dal reparto di pediatria le urla sono di una piccola bambina, anche lei ferita, anche lei piange e si dispera perchè cerca una mamma che non può più rispondere. Intere famiglie sono morte in quest’orrore, tutte accomunate dal desiderio di una vita migliore”.
Storie che chiedono un rinnovato impegno di solidarietà e di responsabilità, perché sia vinta l’indifferenza che fa dimenticare queste tragedie, perché sia finalmente superato un disimpegno per una nuova stagione umanitaria che accompagna e non abbandona persone in fuga da primavere e inverni umani. Sono nostri figli e fratelli. E difendere la loro vita è sacro. La “profonda tristezza” e “acuto dolore” che attraversano il Paese dopo questo ennesimo naufragio, come ha detto il card. Matteo Zuppi, chiedono un supplemento di umanità. Come Fondazione Migrantes ci uniamo all’appello della Chiesa Italiana e alla preghiera di papa Francesco che ancora una volta ieri ha fatto sentire la sua voce pregando “per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti” e ringraziando quanti hanno portato soccorso e stanno dando accoglienza.
Fonte: Fondazione Migrantes