“Le leggi antirazziali hanno colpito anche le persone e famiglie rom e sinte, portando alla morte nei lager almeno 500.000 persone rom e sinti, tra cui molti bambini”, ricorda mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, sottolineando che “il 2 agosto di ogni anno è diventata la Giornata della memoria dell’olocausto dei rom e dei sinti”.
“La memoria ha sempre uno sguardo all’attualità ed oggi anche ad ogni forma di violenza, di disprezzo, di abbandono, di umiliazione delle persone e famiglie rom e sinte – prosegue -. Il loro stile di vita, che talora ci provoca per l’essenzialità, il senso della provvisorietà, è motivo di riflessione e contestazione sul nostro stile di vita. L’amore alla famiglia, alla vita, ai piccoli e agli anziani forse ha qualcosa da insegnare alle nostre famiglie e alle nostre città”.
Secondo mons. Perego, “è un giorno, il 2 agosto, che ricorda fino a che punto possa arrivare il disprezzo per un altro uomo, di un’altra religione o minoranza, per essere vigili affinché non ritorni in altre forme di violenza e disumanità nelle nostre città“. “È un giorno per ricordare e riflettere, ma anche per impegnarci per un mondo fraterno, dove non esistono più minoranze – come ci ricorda Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti – ma uomini e donne in cammino insieme nella storia”, conclude.