Mi dispiace per il male che ti hanno fatto”. Così Papa Francesco si è rivolto, tramite colloqui telefonico, al cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, dopo le accuse giornalistiche rivolte al porporato riguardanti l’uso di ingenti somme di denaro ricevute dall'Università Cattolica dell'Honduras, di cui è gran cancelliere. Accuse che il cardinale con forza ha definito “calunniose” in una intervista rilasciata a Suyapa Tv, un canale televisivo della Chiesa dell’Honduras. Come riporta la Vatican News, il porporato, che ricopre il ruolo di coordinatore del cosiddetto C9, il Consiglio di cardinali che collabora col Papa alla riforma della Curia Romana, afferma di aver avuto tanti attestati di solidarietà, perfino da parte di esponenti non cattolici. Ha quindi parlato di una telefonata con il Papa che gli ha detto: “Mi dispiace per tutto il male che hanno fatto contro di te. Tu però non preoccuparti’. Io gli ho detto: ‘Santità, io sono in pace. Sono in pace perché sto con il Signore Gesù che conosce il cuore di ognuno”.
“Fondi utilizzati per i poveri”
Le accuse sono partite da un’inchiesta pubblicata su L’Espresso, secondo il quale il cardinale avrebbe utilizzato in maniera impropria decine di migliaia di euro versate dall’Università dove il cardinale insegna. Maradiaga, accusa il giornalista di non avere “etica professionale” né credibilità e di “guadagnare soldi in modo infame. Si tratta – afferma il cardinale – di vecchie notizie, già diffuse nel 2016 in forma anonima da un ex dipendente dell’Università licenziato per l’amministrazione disonesta dei fondi dell'istituto“. E aggiunge: “La deontologia professionale esige, prima di pubblicare un’accusa contro qualcuno, che si cerchi di ascoltare la persona accusata. La calunnia è un peccato ma è anche un delitto punibile“. Maradiaga ha poi ricordato che i soldi ricevuti non sono mai stati utilizzati per fini personali, bensì “per aiutare i poveri, dare assistenza sanitaria ai bisognosi, sostenere i sacerdoti nelle parrocchie rurali”.
“Un attacco di chi non vuole le riforme”
Il coordinatore del C9, cercando di capire quale possa essere il motivo per cui esca una “notizia” vecchia di un anno, a pochi giorni dalla sua rinuncia alla guida dell’Arcidiocesi di Tegucicalpa, ha dichiarato: “Attaccarmi con un falso scandalo è un attacco al Santo Padre da parte di quelli che non vogliono che si riformi la Curia”. E, riguardo alla rinuncia, ha affermato che sarà ugualmente felice sia che il Papa l’accetti sia che la respinga: “Sono vescovo da 39 anni e da 25 anni arcivescovo di Tegucigalpa. Mi tenta anche la possibilità di ritirarmi in pace”.