“Una fede che non sa radicarsi nella vita della gente rimane arida e, anziché oasi, crea altri deserti”. È quanto affermato da Papa Francesco durante la Messa di chiusura del Sinodo celebrata nella Basilica di San Pietro. Nell’omelia ha ripetuto diverse volte la parola “misericordia” ricordando il Giubileo che si aprirà l’8 dicembre. “Le situazioni di miseria e di conflitto – ha ribadito – sono per Dio occasioni di misericordia. Oggi è tempo di misericordia”. Poi ha messo in guardia i fedeli dalla tentazione di vivere la “spiritualità del miraggio”.
“Possiamo camminare attraverso i deserti dell’umanità – ha spiegato – senza vedere quello che realmente c’è, bensì quello che vorremmo vedere noi; siamo capaci di costruire visioni del mondo, ma non accettiamo quello che il Signore ci mette davanti agli occhi”. Un’altra tentazione, ha sottolineato, è quella della “fede da tabella di marcia” dove “tutti devono rispettare i nostri ritmi e ogni inconveniente ci disturba”. Bisogna invece ricordare che “Gesù vuole includere, soprattutto chi è tenuto ai margini e grida a Lui”. Il vescovo di Roma ha concluso con l’esortazione a cercare la gloria di Dio va nell’uomo vivente “senza farci mai offuscare dal pessimismo e dal peccato”.