La ricerca della fede, l'educazione, la concretezza rispetto al mondo virtuale, il ruolo del sacerdote, la formazione, l'affettivitĆ e gli abusi. Sono i temi toccati dal Papa FrancescoĀ nelle risposte agli altri quattro giovani che gli hanno rivolto domande durante la prima giornata di lavori del presinodo in corso al pontificio collegio Maria Mater Ecclesiae. Domande che hanno fatto seguito a quella diĀ Blessing Okoedion, la ragazza nigeriana vittima della tratta, e che sono state fatte da un francese non battezzato,Ā Maxime Rassion, dall'argentina MarĆa de la Macarena Segui, di Scholas Occurrentes, da un seminarista ucraino,Ā Yulian Vendzilovych, del Seminario dello Spirito Santo di Leopoli, e da una suora cinese, Teresina Chaoying Cheng.
Rispondendo al ragazzo francese non battezzato, che si ĆØ posto domande sulle scelte fondamentali dei giovani e sul senso della vita, senza sapere da dove iniziare, il Papa ha detto: “Hai giĆ cominciato. Il pericolo ĆØ non lasciar sorgere le domande” che non si devono “anestetizzare”. Per questo ĆØ necessario il “discernimento“, al centro del prossimo Sinodo: “Tante comunitĆ ecclesiali – ha sottolineato il Pontefice – non sanno farlo, gliene manca la capacitĆ . Nella vita bisogna avere il coraggio di parlare. Cerca una persona saggia, anche i giovani hanno saggezza; il saggio ĆØ colui che non si spaventa, sa ascoltare e ha il dono di dire la parola giusta al momento giusto. Quando un giovane non trova il discernimento, si troverĆ male”, una situazione che “prima o poi diventa un peso che gli toglie la libertĆ ”.
“Per un'educazione completa – ha detto il Papa rispondendo in spagnolo alla ragazza argentinaĀ – occorrono tre linguaggi: quello della testa, per insegnare non solo a sapere ma a 'pensare'; quello del cuore, che significa imparare a 'sentire bene', educare ai sentimenti; e quello delle mani, che vuol dire insegnare a fare. Questi tre linguaggi vanno armonizzati e questa ĆØ l'esperienza di Scholas. Il mondo virtuale – ha proseguito – puĆ² portare a una grossa alienazione, a una condizione che non ĆØ 'liquida' come diceva Bauman, ma 'gassosa'. Occorre saper usare la rete, senza diventarne schiavi”. Il Papa ha indicato l'antidoto nella “concretezza“, che “dĆ libertĆ mentre la 'liquiditĆ ' ti schiavizza. Si puĆ² usare il virtuale con i piedi per terra”.
Il seminarista ucraino ha domandato come il sacerdote, testimone di Cristo, puĆ² cogliere quanto di prezioso c'ĆØ nella cultura e cosa c'ĆØ di falso. “Un sacerdote che non ĆØ testimone di Cristo fa tanto male, disorienta. Ma anche la comunitĆ dev'essere testimone” altrimenti il prete potrĆ fare ben poco, sarĆ “solo funzionale”. Il Papa ha invitato i sacerdoti a chiedersi com'ĆØ la loro comunitĆ : “Se non ĆØ testimone, deve intervenire il vescovo, il prete non puĆ² restare solo o se lo mangeranno crudo”. Il Papa ha poi messo in guardia, ancora una volta, dal clericalismo: “E' una delle malattie piĆ¹ brutte della Chiesa. Quando uno cerca un sacerdote e non trova un padre, un fratello, ma un dottore, un professore, un principe… si confonde il ruolo del sacerdote e lo si riduce a un ruolo dirigenziale, a boss. Questo mi preoccupa. Come gli atteggiamenti non paterni, non fraterni. Penso per esempio allo spiritualismo esagerato” all'atteggiamento di “preti con la faccia da beata Imelda” o al contrario di “un prete rigido: come puĆ² una comunitĆ andare da lui?”. E “peggio un prete mondano… in quel caso pregate per lui, perchĆ© i preti mondani fanno tanto male”. Quanto alla comunitĆ , invece, il Papa ha stigmatizzato una volta di piĆ¹ il “chiacchiericcio“, la mormorazione: “E' una delle cose piĆ¹ brutte per una comunitĆ cristiana” paragonata al “terrorista che butta la bomba e se ne va”. Riferendosi poi all'esempio fatto dal seminarista sulla moda dei tatuaggi, Francesco ha risposto che “Il problema ĆØ l'esagerazione. Un tatuaggio significa appartenenza, e allora si puĆ² chiedere: tu quale appartenenza dimostri? E cosƬ si arriva alla cultura dei giovani“.
Infine, la questione della formazione, posta dalla suora cinese che ha donato al PonteficeĀ una sciarpa rossa: “Da Papa mi fanno cardinale!” ha scherzato. “La sciarpa dĆ calore e il rosso in Cina ĆØ il colore della gioia. Calore e gioia al Papa: sono due cose che sono di casa, sono del rapporto tra mamma e papĆ e il bambino. I cinesi sanno dove ci sono le radici…”. La “vera formazione religiosa – ha proseguito – ha quattro pilastri: spirituale, intellettuale, comunitaria e apostolica. E' un problema di mentalitĆ ”. Quando si limita la formazione alla dimensione spirituale la scusa ĆØ che si vuole “proteggere dal mondo. Ma questo ĆØ annullare, castrare le persone. La vera protezione si fa nella crescita. La mamma che 'superprotegge' il bambino lo annulla, non lo lascia crescere”. E di fronte al rischio che in tali situazioni religiosi e religiose possano smarrire il cammino, il Papa ha detto che preferisce “che si perda la vocazione” piuttosto che sia “un religioso malato”. “Bisogna parlare chiaro: i casi di abusi. Questi (preti, ndr) sono stati annullati e sono finiti cosƬ. Non sono stati educati nell'affettivitĆ . Vale per preti e suore ma anche per i laici:occorre educare i figli con tutte le potenzialitĆ , non 'superproteggerli, altrimenti si diventa psicologicamente immaturi”.