Si conclude mercoledì il 42° meeting di Rimini. Il tema è “il coraggio di dire io”. Ed è tratto da una citazione del filosofo danese Søren Kierkegaard. In queste intense giornatenei padiglioni della Fiera si parla di democrazia. Sostenibilità. Sanità. Recovery fund. Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Cooperazione internazionale. Enciclica “Fratelli tutti“. Educazione. Scienza.
Meeting inclusivo
Spiega al Sir il presidente della Fondazione Meeting: “Intendiamo porre l’attenzione sulla libertà dell’uomo. E sulla sua vocazione a contribuire alla costruzione di un mondo più umano”. Secondo una visione inclusiva. Votata al bene comune. Da qui l’appello a “superare l’individualismo che nasce dall’appiattimento. Dalla mancanza di coraggio nell’affrontare le inevitabili sfide. E le provocazioni che si presentano a chi entra in relazione con gli altri“.
No all’omologazione
Il Meeting, secondo Bernhard Scholz, come richiamo ad accettare le responsabilità. Per una partecipazione attiva e creativa alla vita sociale e culturale. Scongiurando il rischio di “una grande omologazione. Che aliena la creatività della persona“. Perché “la creatività del singolo trova la sua vera fecondità nella polifonia del creato”. Aggiunge Bernhard Scholz: L’indebolimento del coraggio nasce spesso da una specie di rassegnazione”. Ciò va superato guardando a tante testimonianze. “Hanno dimostrato che vale la pena impegnarsi anche con piccoli passi. Perché tutti possiamo camminare più spediti verso il bene comune. Al Meeting queste testimonianze non mancano“, conclude Scholz.