Martiri dell’est: l’eroica fede nei gulag della guerra fredda

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Veduta di Mosca (Foto di Alex Zarubi su Unsplash

Un’eroica testimonianza di fede nella Chiesa martire dell’est durante la guerra fredda. L’agenzia missionaria vaticana Fides riferisce i passi avanti avanti verso la beatificazione di Eduard Profittlich, missionario gesuita nato di origine tedesca. Arcivescovo titolare di Adrianopoli. Morto nel campo di detenzione sovietico di Kirov nel 1942. Papa Francesco ha infatti dato il via libera alla promulgazione del decreto riguardante il suo martirio, avvenuto il 22 febbraio 1942 “ex aerumnis carceris“. Ovvero per “le sofferenze del carcere“. Nato l’11 settembre 1890 a Birresdorf, in Germania, da genitori contadini, crebbe in una numerosa famiglia. Terminati gli studi classici, nel 1912 entrò nel seminario di Treviri, ma l’anno successivo, attratto dalla spiritualità della Compagnia di Gesù, ottenne di essere accolto nel noviziato dei gesuiti a Heerenberg, in Olanda. Pochi anni dopo suo fratello maggiore Peter morì come missionario in Brasile. Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu richiamato nell’esercito tedesco e assegnato al servizio sanitario. Finita la guerra riprese a studiare Filosofia e Teologia divenendo sacerdote il 27 agosto 1922. Dopo aver ottenuto il dottorato in Filosofia e Teologia all’Università Jagellonica di Cracovia, fu mandato in Estonia nell’ambito della Missione orientale della Compagnia di Gesù e venne affidata alle sue cure pastorali la Parrocchia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Tallinn.

Mosca (Russia) festa della Vittoria / foto Imago/Image

Chiesa dell’est

L’11 maggio 1931 Pio XI lo nominò Amministratore Apostolico dell’Estonia. Nella sua attività ministeriale si impegnò nella ricostituzione della comunità cattolica estone all’epoca non molto numerosa. Predispose un piano pastorale, migliorò la formazione del clero locale, istituì nuove parrocchie, invitando presbiteri, religiosi e religiose dalla Polonia e dalla Cecoslovacchia a svolgere attività evangelizzatrice in Estonia. Nel novembre 1936 Pio XI lo nominò Arcivescovo assegnandogli la sede titolare di Adrianopoli. Con l’invasione sovietica dell’Estonia del giugno 1940 quasi tutti i sacerdoti vennero arrestati. Egli, che avrebbe potuto rientrare in patria, scelse di restare in Estonia, con i suoi fedeli. Il 27 giugno 1941 fu arrestato e deportato a Kirpov in Russia, con l’accusa di agitazione e assistenza anti-sovietica di ecclesiastici cattolici all’estero. Nel campo venne sottoposto a molteplici torture alle quali rispose dichiarando che l’unica sua missione era stata rivolta alla formazione religiosa dei fedeli affidatigli. Condannato a morte, morì prima dell’esecuzione della sentenza per le sofferenze del carcere, il 22 febbraio 1942.

Mosca (Russia) 09/05/2022 – festa della Vittoria / foto Imago/Image
nella foto: parata militare

Nihil obstat

Dai verbali degli interrogatori ai quali era stato sottoposto, riferisce Fides, appare chiara la sua fede. Il suo martirio materiale è stato conosciuto solo molti anni dopo la sua tragica morte a seguito della caduta del regime sovietico. Il 30 gennaio 2002 la Conferenza dei vescovi cattolici della Federazione Russa avviò la causa di beatificazione. Il 30 maggio 2003 la Congregazione per le cause dei santi concesse il “nihil obstat” per la causa sotto il titolo “Causa Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servorum Dei Eduardi Profittlich Archiepiscopi titularis Hadrianopolitani in Haemimonto Administratoris Apostolici Estoniensis, ex Societate Iesu et XV Sociorum”. La procedura ecclesiastica fu aperta a San Pietroburgo.

Giacomo Galeazzi: