Malawi, il progetto missionario della diocesi di Porto-Santa Rufina per vaccinare i più fragili

Logo Interris - Malawi, oltre 400 persone fuggono dai centri di quarantena

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Malawi, oltre 400 persone fuggono dai centri di quarantena

Il progetto è nato dall’esperienza come fidei donum in Malawi di don Federico Tartaglia. Oggi direttore del Centro missionario diocesano di Porto-Santa Rufina. Il legame della diocesi suburbicaria con il Paese africano è saldo. E ha portato negli anni alla realizzazione di molte iniziative solidali. Che riguardano salute, istruzione, microcredito. E, riferisce il Sir, coinvolgono anche molti giovani italiani in esperienze di viaggi missionari.

L’impegno della diocesi

“Gli studenti che abbiamo sentito ci hanno confidato di essere molto felici di aver ricevuto il vaccino. Perché il virus fa davvero paura”, proseguono i promotori del progetto missionario “Il nostro Malawi. “D’altra parte, c’è chi sottolinea come tanti nel Paese vivano una profonda angoscia. Non rientrano nelle categorie protette. Quindi non hanno la possibilità di essere vaccinati. E rischiano la vita”.

Vaccino

Hanno già ricevuto o riceveranno a breve il vaccino per il coronavirus Covid-19. Sono alcuni giovani che in Malawi hanno ottenuto la possibilità di studiare. Grazie al Progetto studenti del gruppo di volontariato “Il nostro Malawi”, Inserito nel Centro missionario diocesano di Porto-Santa Rufina. “Se nei luoghi più fortunati del mondo siamo a buon punto con le vaccinazioni. Purtroppo nei Paesi poveri come il Malawi sono arrivate poche dosi– spiegano i volontari del progetto “Il nostro Malawi” –. Il governo non ha i fondi per assicurare il vaccino a un ampio numero di persone. Tra le categorie fortunate rientrano alcuni degli studenti che fanno parte del nostro progetto. Per i quali l’opportunità è nata perché stanno svolgendo gli studi in ambito sanitario o scolastico”.

Gianluca Franco: