“Ciao Giorgio, che emozione rivederti!”. Il Giorgio a cui è rivolto l’affettuoso saluto non è una persona qualsiasi, ma quel prete venuto “quasi dalla fine del mondo” divenuto Papa col nome di Francesco. Il Santo Padre, infatti, lunedì mattina incontrerà alcuni suoi famigliari in forma strettamente privata; per loro celebrerà anche una messa in arcivescovado. “Saremo in 28 cugini con le rispettive famiglie a riabbracciare Giorgio – racconta Maurizio Bracchino, cugino di papa Bergoglio -. Già, perché noi lo chiameremo ‘Giorgio’, non Francesco. In nome della spontaneità che ha sempre caratterizzato i nostri rapporti”.
Il Papa e il cugino Maurizio si sentono spesso e, nonostante i numerosi impegni, Bergoglio lo ha già incontrato a febbraio dello scorso anno, in Vaticano. “Ma ci telefona spesso – racconta il dottor Bracchino -. ‘Ciao Maurizio, sono Giorgio’ ci dice con grande spontaneità. Con mia mamma parla spessissimo”. Dopo la celebrazione, la grande famiglia riunita consumerà il pasto insieme. Un pranzo che rimarrà nel chiuso dell’Episcopio perché, come racconta scherzosamente il cugino del Papa, “non c’è stato modo di farlo uscire”. Attorno alla grande tavola, i Bergoglio passeranno in rassegna i ricordi di una vita. “Sarà un momento bellissimo – assicura Bracchino -, un modo per ricordare i quarant’anni che praticamente abbiamo vissuto insieme”.
Già perché, quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo a Buenos Aires, andava spesso a trovare i cugini rimasti in Italia. “E si fermava da noi. Si cucinava tutti insieme – ricorda Maurizio -. Parlare con lui è sempre stato edificante. Ricordo, quando andavo a scuola, le discussioni filosofiche che facevamo insieme. Con lui si affronta qualsiasi argomento. È una persona molto colta e al tempo stesso spontanea. Non vediamo l’ora – conclude – di riabbracciare il nostro Giorgio”.